Un piccolo contributo alla medicina, da parte di uno psicologo

Come vestirsi

 in ospedale

                             (Sergio Caruso)

                                       


E’ d’obbligo cominciare dalle signore

Per quanto riguarda le pazienti

La vera signora, se pure affetta da un diabete mellito lungamente trascurato, si riconosce facilmente dal tessuto: sete, sempre.
Le automobiliste che, per aver dimenticato la cintura di sicurezza, subiscono le conseguenze di uno schiacciamento toracico faranno bene, d’ora in avanti, a guardarsi dai volants.
La gonna che più si addice alle signore afflitte da frigidità secondaria assoluta: godet.
Egualmente importanti gli accessori: per le più vanitose ed esigenti (le donne affette da leishmaniosi cutanea), bottoni d’oriente.
Per le colostomizzate sarà di assoluta importanza non uscire mai e poi mai senza borsa.



Per quanto riguarda le signore professionalmente impegnate nella medicina

Se chirurghe, le vedremo in tailleur.
Meno severe, le radiologhe non disdegnano le trasparenze e, per esaltare il loro magnetismo scelgono stilisti di massima risonanza.
Nella gamma del blu le radiologhe prediligono il cobalto, che conferisce loro un che di radioso.
Il rossetto giusto per le dermatologhe: porpora.
Il profumo giusto per le pediatre: mughetto.
Fra le dentiste va di moda invece lo smalto screziato.



Veniamo adesso ai signori

Chi soffre di asma bronchiale si guardi bene dal fumo di Londra, assai meglio uno “spigato” (a meno che non sia HIV-positivo, nel qual caso perfino l’abito sarà “sfigato”).
Per chi abbia subito una frattura, è ovvio lo spezzato, da sostituire quanto prima con un gessato. Se la frattura consegue da un incidente automobilistico tra Lucca e Viareggio, si raccomanda al paziente di evitare le bretelle.
Per quanto riguarda gli accessori maschili: nel distacco di retina si addice una cravatta a sfarfalla; in caso di semplice nausea, sarà sufficiente una cravatta a puah.
Ai portatori di MST, si raccomanda di non trascurare il guanto.
Per quanto riguarda invece l’intimo: i pazienti affetti da patologie vascolari devono più di tutti curare la tunica intima.
Per i pazienti psichiatrici: se afflitti da “folie de doute”, sarà logico aspettarsi che sempre – sotto – abbiano un sospensorio; se diagnosticabili come disturbo dissociativo d’identità, indosseranno un soprabito double face; se sofferenti di depressione endogena su base eredo-costituzionale, ci aspetteremo che portino blue genes.
Per i pazienti oncologici, in particolare nei casi di carcinoma polmonare, è di rigore lo smoking.
Ai terminali, per presentarsi in ordine all’ultimo appuntamento, si raccomanda di ben tirare il calzino.