IL MAGGIO DI TOTI
Francesco Gugliotta
Andava per campi il placido Toti
Sperando che il gesto servisse a snellire
Un corpo opulento e gli offrisse l’ardire
Di dire agli amici che i suoi grassi eran pochi
Frattanto covava, ignaro, nel corpo
Le fiamme d’un fuoco di atavici amplessi.
Una prostata avea che lasciava perplessi
Costretto egli fu a rimuovere il male.
Valigia ed ardore lo spinsero fuori
A Padova venne per farsi operare
In cuor la speranza che tutto il problema
Venisse risolto con sol qualche pena.
Sorpresa gli fu che il pene c’avea
Non solo, da solo, non rizzar più potea,
Chè quando urinare in fretta dovea
Zampillo puerile in alto mandea.(??!!)
Lui chiese al suo medico che poi ero io
Se alfine il disagio s’andasse col tempo.
Risposi sornione che lui nel frattempo
Pannoloni mettesse; s’affidasse al buon Dio.