Il viaggio dello stivale



(Giovanni Volpon)

 

Mara era una matricola della facoltà di Farmacia dell’Università degli studi di Milano.

Si era iscritta a questa facoltà nonostante mamma Viviana le avesse consigliato di iscriversi alla facoltà di Scienze della comunicazione. Solitamente succede il contrario, ma la madre di Mara era una tipa un po’ speciale. Innanzitutto era una mamma giovane ( meno di quarant’anni ,molto ben portati in verità) e con quello che nei romanzi d’appendice di Carolina Invernizio si sarebbe detto “un passato”.

Il “passato” e’ quello descritto dalla canzone di Antonello Venditti intitolata “Sara” in cui una ragazza rimane incinta all’ultimo anno delle superiori .per merito/colpa (dipende dai punti di vista) di un suo compagno di classe di nome Massimo

Il padre di Mara , come nella migliore tradizione, dapprima si prende le sue responsabilità “spintaneamente “. (come nel bob a quattro, spingono con intensità i genitori di lui e di lei)

Come nelle peggiori tradizioni (spontaneamente) abbandona la compagna con una figlia da crescere e con una tesi da discutere perché si è invaghito di quella del primo banco,la più carina e la più cretina, di nome Samanta,(col tha finale,pardon) che filava tutti meno che lui ai tempi del liceo .All’università le cose cambiano, si sa! Per la cronaca l’aveva sposata, non avevano avuto figli (scelta?,precoce esaurimento spermatozoi? Vai a sapere.) , ma la più carina e la più cretina anche dopo la laurea non si era del tutto dimenticata dei suoi ex compagni di classe e di università (non tutti, era una sciuretta per bene, cornificatrice selettiva). Massimo, per quieto vivere , fingeva di avere vuoti di memoria . L’età, si sa….

A prescindere dall’abbandono da parte del padre di sua figlia ,Viviana era riuscita a laurearsi con lode in Lettere alla Statale di Milano, a diventare una critica d’arte molto apprezzata e ad essere anche una madre affettuosa e presente per quanto riguarda l’educazione della figlia. Dal punto di vista uomini non le erano certo mancate (e non le mancavano) le occasioni. Era una donna molto graziosa coi capelli castano-chiaro leggermente mossi, il naso alla francese, gli occhi azzurri, le forme da standard di scultura greca (i canonici 90-60-90) colta , brillante e simpatica, ma le era rimasta la giustificata paura di trovare il secondo Massimo (uno così basta e avanza) Per la serie legami frequentemente intensi ed intensamente frequenti, poi ognuno per la sua strada… …

Viviana era stata in grado di gestire la sua scarsa propensione a legami fissi con sufficiente equilibrio senza pregiudizio per il suo ruolo di madre. Mara , con il crescere, si era domandata perché a Pasqua mamma festeggiava la ricorrenza con un uomo e Natale con un altro, ma il vortice di presenze maschili non aveva fortunatamente turbato più di tanto la sua crescita ed il suo modo di vivere . Viviana, al momento giusto( vale a dire intorno ai dodici anni) aveva spiegato alla figlia il motivo del suo modo di fare nei confronti dell’universo maschile e sorprendentemente Mara di fronte alle spiegazioni della madre non aveva mosso obiezioni di sorta. Viviana era sapientemente riuscita a farsi comprendere e , con il passare del tempo, il rapporto con la figlia era divenuto quello di madre-sorella maggiore -amica. Mara frequentava il liceo classico Parini ed anche molti suoi compagni e compagne di classe avevano genitori separati, genitori uniti per il filo sottile della noia e della reciproca sopportazione con velature di finzione ed ipocrisia, genitori fintamente uniti con amanti e figli a carico,insomma con storie di quasi tutti i giorni nella bevuta e quasi sbronza Milano del ventunesimo secolo. I genitori “normali” erano l’eccezione anche in una scuola che fu il tempio della borghesia milanese e che adesso non lo era più sia per la mancanza della borghesia milanese sia perché,come altri templi,crollava sotto gli scrosci della pioggia che va, .anche se dopo ritorna il sereno.

Nonostante il tourbillon maschile in casa, Mara era cresciuta bene ed era diventata quello che si dice una brava ragazza Era abbastanza studiosa senza essere secchiona, con interessi culturali (le piacevano le mostre di pittura,) leggeva libri di divulgazione scientifica oltre ai libri di Stefano Benni e Milan Kundera,e non era stata tentata da paradisi chimici ed artificiali.

. Il ruolo della madre, che aveva impostato il rapporto con la figlia sulla base del dialogo e della presenza non solo fisica (difficile visti gli impegni, ma non impossibile) senza delegare a terze persone (nonni e baby sitters varie) l’educazione, era stato importante.

Il padre di Mara , vuoi per scelta vuoi per altri motivi era stato tenuto a margine per quanto riguarda l’educazione della figlia (e forse era stato meglio così).Probabilmente sarebbe stato un padre fisicamente poco presente, ma genitorialmente assente (era purtroppo in cattiva compagnia)

Al padre Mara chiese come mai avesse lasciato sua mamma, ma Massimo fu elusivo in materia . “ The answer is blowin’ in the wind..”

Le non risposte del padre furono forse più eloquenti delle risposte della madre.

Dal padre Mara aveva preso i capelli castani e gli occhi nocciola e solo quelli.

Mara era una bella ragazza senza essere vistosa e senza tirarsela troppo. Le proporzioni non erano da canone greco,ma ci andavano abbastanza vicino e l’insieme del volto ,degli occhi dei capelli e del sorriso era gradevole

Ai ragazzi piaceva abbastanza, ma si filava chi voleva lei e quando voleva lei, non tutti e subito o quasi tutti e quasi subito . Era già abbastanza selettiva .

Per frequentare il liceo classico al Parini a Milano Mara aveva fatto la pendolare sulle Ferrovie Nord da Legnano ,ma con l’iscrizione al primo anno di università aveva stabilito che cinque anni da pendolare- studente erano abbastanza e che sarebbe stato meglio frequentare l’università risiedendo a Milano .

Viviana non ebbe nulla in contrario ad assecondare il desiderio della figlia. Riuscì , grazie alle sue numerose conoscenze, a trovare un appartamento abbastanza vicino all’università e alla fermata della linea verde del metrò , in una traversa di via Pacini (via Astolfo per la precisione) .

L’appartamento era già abitato da altre tre ragazze (due di Busto Arsizio ed una di Castellanza) che furono ben contente di suddividere le spese con un’altra ragazza che abitava della zona .

Viviana volle esagerare e chiese a Massimo di partecipare alle spese dell’affitto. Massimo, che non era certo un padre-coraggio, non si oppose. Aveva qualche problema nella vita (Samantha lo incervava ogni giorno di più), ma il problema della mancanza di denaro no.. Era un commercialista abbastanza affermato e prestare consulenze per aiutare artigiani, industrialotti e professionisti a pagare( legalmente , s’intende) meno tasse possibile rendeva bene.

La soluzione dei problemi logistici era stata abbastanza rapida e Mara .

con l’inizio dei corsi universitari, vale a dire dopo Ognissanti e dopo la celebrazione dei defunti per i tradizionalisti o dopo Halloween per gli pseudo - modernisti che eleggono a simbolo una zucca vuota, aprì la parentesi di studentessa fuori casa ma non troppo. Il suo ragazzo abitava ancora a Legnano ed il week-end era dedicato a lui. Ogni venerdì sera rientrava a casa da sua madre ,che provvedeva ad aiutarla a mettere in ordine le sue cose, perché Mara aveva il difetto di essere abbastanza /molto disordinata ; la sua stanza presso la casa era peggio di un campo di battaglia dopo la ritirata di un esercito

Viviana, nella disperata impresa di mettere a posto gli abiti prima di caricare la lavatrice , si accorse che mancava uno stivale e chiese a Mara.- Ma dove diavolo l’hai lasciato? Sai che con la pioggia e con il brutto tempo gli stivali ti servono? E’ possibile che tu l’abbia lasciato nell’appartamento a Milano?- Mara ,che stava ascoltando all’i-pood una compilation di Bruce Springstein, tra una nota e l’altra di” Born in USA”

rispose distrattamente – “Si, puo’ darsi, magari quando torno a Milano lo trovo nella stanza da qualche parte-

Viviana rispose -“Dal punto di vista dell’ordine sei proprio un disastro. Sei anche fortunata ,tra l’altro almeno questo fine settimana il tempo previsto è buono. A proposito di week-end che impegni hai con Donatello ?

Mara rispose –Sabato sera in birreria e domenica andiamo a fare un giro sul lago di Orta e tu mamma cosa fai e con chi?-

-Hai voglia di fare la spiritosa? ’Domani stiratura della biancheria di una casinista che si chiama Mara. Domenica , dopo aver atteso il suo rientro a casa per le due di mattina(ora più ,ora meno ma dubito) scrivo l’articolo per FMR mentre la figliola si fa il giro al lago e dopo cena accompagno la bimba alla stazione.

Il tono con cui Viviana si era rivolta alla figlia non era stato aspro, ma Viviana aveva sottolineato , se pur con distaccata ironia ma non con ironico distacco ,che Mara aveva alcuni aspetti ancora fanciulleschi da correggere

Il fine settimana si svolse come programmato e Mara, all’alba della mezzanotte, arrivo ‘nell’appartamento di via Astolfo.

Chiese alle sue compagne se qualcuna avesse trovato il suo stivale, ma l’ora tarda fu foriera di risposte evasive. Del resto le quattro ragazze erano,chi più chi meno, “provate” dal fine settimana e volevano immergersi nei ricordi piacevoli del tempo trascorso coi loro ragazzi/amichetti/boy friends o fidanzatini e nel sonno ristoratore

Mara riformulò la domanda il mattino successivo , dopo colazione prima che le ragazze si avviassero alle rispettive facoltà universitarie per le lezioni. Marina e Bianca , le due ragazze di Busto Arsizio che frequentavano Ingegneria, erano ordinate e precise e dissero, -“No,non l’abbiamo trovato, non mettiamo in valigia capi d’abbigliamenti non nostri!

Antonella, la ragazza di Castellanza che frequentava il secondo anno di architettura e che era un pochino più disordinata e svanitella, le disse:- “Accidentaccio, l’ho messo nella mia valigia e penso di essermelo portato a casa visto che è simile al mio. Tranqui stasera chiamo mio fratello e verifico subito se è a casa mia . In caso positivo, ci vieni a trovare e lo recuperi.,no problem.”. Antonella la sera telefonò a suo fratello Ettore che rispose -“Sorellina cara,sorellina bella, può anche darsi che lo stivale della tua amica sia confuso tra i tuoi e quelli di mammà. Se la tua amica è carina , dille di venirci a trovare, la vedrò con piacere e l’aiuterò nella ricerca dello stivale. Proverò a proporle un’invito per una serata, non si sa mai. “ Antonella rispose “ Ettore, sei un’incorreggibile tacchinatore! Mara è carina, ma si dà il caso che abbia il ragazzo in zona . Sappiti regolare, fratellone !

Antonella riferì a Mara la conversazione col fratello (non in tutti i dettagli, ovviamente) Mara decise che avrebbe anticipato il rientro a Busto Arsizio al venerdì pomeriggio anziché in serata (tanto il venerdì pomeriggio anche i docenti della facolta’ di Farmacia non facevano lezione). Avvisò della circostanza mamma Viviana (da brava figliola) ma non Donatello (da meno brava amichetta/ragazza/fidanzatina.) Dimenticanza voluta o non voluta? Quien sabe….!

Arrivò a casa nel primo pomeriggio del venerdì, ma sua mamma non era ancora rientrata dal lavoro. Lasciò la borsa con la biancheria e gli abiti nella sua stanza e chiamò al cellulare sua madre Viviana rispose “- Scusami se non mi hai trovato a casa, ma il mio capo-redattore,accidenti a lui, ha stabilito che la settimana prossima dovro’ andare a Mantova a vedere la mostra su Mantegna per scrivere l’articolo. Penso di rientrare per l’ora di cena. Tu nel frattempo vai pure a cercare il tuo stivale a Castellanza dalla tua amica. A proposito, hai chiamato Donatello ? “No, non ancora mamma,lo farò più tardi. Sai che se lo chiamo adesso si preoccupa e mi fa il terzo grado per sapere perché sono rientrata prima del solito!

Viviana replico “-Brava, bisogna avere la capacità di ritagliarsi i propri spazi di libertà e poi non devi rendergli conto di tutto ciò che fai. I maschietti devono imparare a saper attendere “ Mara rispose “- Mammina cara, in ciò sei una grande maestra, per stavolta mi comporto come te! E Viviana di rimando “- Stai crescendo figliola, un bacione ed arrivederci a stasera! Approfondiremo l’argomento a cena!

Mara si recò a casa di Antonella ,dove non c’erano (ancora), nonostante fossero le diciassette e trenta, né i genitori né il fratello di Antonella. Erano ancora fuori per lavoro . La famiglia di Antonella era una famiglia normale (due genitori over cinquanta ,abbastanza aperti e comprensivi senza relazioni extraconiugali, sposati da circa un quarto di secolo,insomma due “ragazzi” degli anni ’50 venuti bene) .Verso le 18.00, dopo che Mara aveva cercato lo stivale insieme ad Antonella senza trovarlo, arrivarono a casa dapprima Ettore e ,nello spazio di pochi minuti, anche i due genitori di Antonella . Tutti i componenti della famiglia (chi meno, chi più ,Ettore più di tutti ) facevano a gara per farla sentire a proprio agio ed Ettore non si lasciò sfuggire l’occasione per invitare Mara a fermarsi a cena per la sera. Mara fece fino quasi in fondo la figura della brava ragazza e declinò l’invito con un amabile sorriso .Ettore non si arrese e chiese il numero di telefono di Mara (con la scusa –“Sai casomai io ritrovi lo stivale…..:”). Mara ovviamente glielo diede e chiese in cambio quello di Ettore. Si congedo’ dicendo “ Non mancherà l’occasione , per una prossima volta magari”-.. Il “magari” era Ettore che aveva impressionato favorevolmente Mara comportandosi con naturalezza usando il suo sorriso smagliante ed i suoi modi amabilmente sornioni e sornionamente amabili .Mara pensò tra sé che avrebbe accettato l’invito in una prossima occasione. Ritornò a casa con una insostenibile sensazione di leggerezza. A Donatello non aveva ancora telefonato.

C’era tutto il tempo nella mattinata successiva .

Arrivò a casa all’ora di cena e parlò con sua mamma,con cui aveva molta confidenza, di ciò era accaduto poche ore prima.

Viviana commento’ .” Molto probabilmente Ettore ti ha colpito favorevolmente al primo impatto. Hai fatto bene,secondo me, a riservarti l’occasione per conoscerlo meglio ,sempre che tu ritenga che ne vale la pena. A (s)proposito il tuo stivale che fine ha fatto? Mara rispose “ La mamma di Antonella mi ha detto che probabilmente l’ha lasciato a casa di suo fratello che abita a Mantova Era andata da lui martedì perché la loro mamma anziana e’ stata ricoverata all’ospedale.

Probabilmente tornerà a trovarla all’inizio della prossima settimana. “

Viviana disse “Io devo andare a Mantova mercoledi per la mostra del Mantenga, provo a vedere se riesco a recuperarlo io. … A proposito Donatello l’hai chiamato? “-Non ancora ,lo chiamo domattina , perché stasera sono stanca..Adesso vado a dormire. Buonanotte mami”.

La mattinata successiva Mara telefonò a Donatello armata delle migliori intenzioni, vale a dire per mettersi d’accordo su cosa fare durante il fine settimana. Donatello dapprima si mostrò un poco irritato perché Mara non l’aveva chiamato nel pomeriggio del venerdì. Mara si scusò dicendo che nel pomeriggio era andata a casa di Antonella per cercare di recuperare lo stivale e che la sera si sentiva stanca. Aveva raccontato la verità e la cosa sarebbe potuta finire con un mugugno e niente più. Ma Donatello saltò alle conclusioni affermando- “Devo credere che non mi pensi abbastanza e che stai iniziando a dimenticarti di me. “-Questa affermazione ,non del tutto vera, ma non del tutto falsa, fu l’inizio di una conversazione telefonica sui toni degli “sciarri “ tra il Commissario Montalbano e Livia. L’affermazione finale di Mara –Montalbano fu:” Donatello, sei di una gelosia ossessiva e paranoica , per ora non c’è nessun altro!”- La locuzione “per ora” che Mara si lasciò sfuggire (stava forse pensando ad Ettore?) venne colta immediatamente da Donatello-Livia . La sua replica fu alla bassezza! “-Ma come per ora? Cosa vuol dire? Mi stai scaricando? Stai diventando come tua madre che cambia uomo ad ogni stagione?”-

L’accenno in tale modo alla madre fece infuriare Mara . Tuoni,lampi , fulmini e saette verbali con la frase finale “ Mi hai stancato ,tra noi è finita, di te non ne voglio più sapere!,



Fine della conversazione,giù la cornetta, e lacrimoni.! Viviana , che era nello studio , aveva capito dal tono della voce di Mara e dai singhiozzi che era successo qualcosa di importante.

Uscì dallo studio e vide Mara che stava singhiozzando e piangendo. Non le disse nulla, le accarezzò i capelli , l’accarezzò sulla guancia e l’abbracciò teneramente.. Sapeva che questi messaggi non verbali facevano capire alla figlia che lei le era solidarmente vicina . Non disse nulla. Viviana aveva la dote non comune di sapere ascoltare . Sapeva parlare anche molto bene, ma ,conoscendo la figlia , stabili, che non era il momento

Dopo circa un quarto d’ora ed un ruscello di lacrime, Mara spiegò alla madre quello che le era accaduto .

“Ieri pomeriggio sono andata a Castellanza a casa di Antonella ,sai la studentessa di architettura. Sono delle persone davvero simpatiche e gentili : Il fratello di Antonella ha cercato lo stivale, ma non lo ha trovato. E’arrivata la mamma di Ettore che si chiama Elena ed Ettore le ha chiesto se aveva trovato uno stivale marrone. La mamma di Ettore si è ricordata che era andata a Mantova da suo fratello che vive a casa con la mamma che è in ospedale . Mi ha detto che l’avrebbe chiamato e l’avrebbe avvisato che poteva darsi che qualcuno gli avrebbe telefonato per chiederlo.

Ettore mi ha dato sia il numero di casa sia il cellulare di suo zio che si chiama Tazio e mi ha dato anche il suo .

Ettore è un ragazzo molto gentile ed è anche simpatico come sua sorella.

Ha detto che all’inizio della settimana passa a Milano e ci porta fuori per una pizza , niente di male no? Io non ho rifiutato l’invito anche perché Ettore , oltre ad essere simpatico , è anche carino, mi capisci mamma? “- Viviana rispose “-E come no, non c’è niente di male ad accettare un invito da una persona simpatica. Se la cosa avrà seguito lo vedrete poi.

Ho chiamato Donatello che mi ha fatto incazzare e molto quando ha detto che “stai diventando come tua madre che cambia uomo ogni stagione.”Io gli ho risposto che se la faccenda riguardava me e lui, doveva lasciar fuori altre persone. Gli ho anche detto che prima di giudicare le persone bisogna conoscerle e che comunque io a te voglio bene.

Altro ruscelletto di lacrime

Non credevo potesse essere così stronzo e l’ho mandato a quel paese.

Viviana abbracciò nuovamente la figlia e le disse “Sei stata proprio cara! Hai lasciato un ragazzo perché ha formulato un giudizio che non condividi.

Quello che dici mi colpisce molto :Lasci le stanze in disordine come una bambina di tre anni, ma nel trattare le persone sei molto matura.

Se lo hai lasciato , hai fatto bene. Stai soffrendo adesso,ma non soffrirai più tardi.!

Mara passò il resto del fine settimana a casa (fu un fine settimana uggioso e piovoso ) tra ascolto di musica e letture. La domenica sera Viviana l’accompagnò al treno e nel salutarla le disse “Ti auguro di cuore un inizio di settimana migliore della fine di questa.Chiama Ettore, non farlo aspettare ,mi raccomando e fammi sapere. Sai io sono curiosa.!”



Mara usci lunedì sera con Ettore.Il giorno dopo chiamo la madre dicendo “Tutto bene mami youuh!!

Viviana al telefono disse: Mi racconterai i dettagli quando ci vedremo.

Ti meriti l’ inizio di una storia serena .”

“-Anche tu mami “-rispose Mara.

“-Chissa , non ho ancora perso la speranza gioia.

Dieci, cento mille bacioni!!!

Il mercoledì come stabilito dal suo capo- redattore, parti di buon ora in auto per la mostra di Mantenga a Mantova . Era una giornata novembrina classicamente lombarda e lombardamente classica, vale a dire umida e nebbiosetta., Arrivò a Palazzo Tè intorno alle nove e visitò la mostra fino alle 12.30 raccogliendo gli spunti per l’articolo. Dopo un veloce spuntino dalle parti di piazza Sordello, telefonò a casa del fratello della madre di Antonella presentandosi e chiese se per caso avesse a casa uno stivale marron bruciato da donna n° 39 .

Il fratello della madre di Antonella , che di nome faceva Tazio (il padre da buon mantovano era un gran tifoso di Nuvolari ) dapprima disse -“E’ una richiesta un po’ strana, ma la mia sorella maggiore potrebbe averlo lasciato qui quando è venuta a trovare mamma. Mò se aspetta vado a vedere e le dico ! “ Viviana aspettò una ventina di secondi e Tazio disse “ L’è strano, ma lo stivale l’è qui. Se mi aspetta , glielo porto ben volentieri . Dove si trova signora “ ?- Bè sono in Piazza Sordello, in un bar vicino al ristorante Ducale;l ’aspetto, lei è davvero una persona molto gentile a muoversi a portare uno stivale ad una sconosciuta . Ma scusi, come farà a riconoscermi?

“Innanzitutto non è una sconosciuta, so che si chiama Viviana e quando arriverò chiederò a voce alta se c’è una Viviana da Legnano che ha perso uno stivale “- Viviana sorrise sentendo tale affermazione e replicò “- . Veramente lo stivale è di mia figlia, ma questo è un dettaglio..Voglio proprio vedere se farà quello che ha promesso, perché un tipo così merita di esser conosciuto, lei mi sta incuriosendo. “-Anch’io sono curioso –disse Tazio – di conoscere una donna che fa 200 chilometri per uno stivale.! -“Allora arrivederci a tra poco”- disse Viviana.

Dopo 10 minuti Tazio arrivò nel bar indicatogli da Viviana ed entro’ chiedendo “-C’e una signora di Legnano che ha perso uno stivale? “- Alcuni avventori che stavano bevendo il caffe ‘ commentarono “Mo guarda bene, c’è già gente sbronza alle tre del pomeriggio!!

Viviana si alzò dal tavolino e si avvicinò a Tazio dicendo “-Sono io che ho perso lo stivale!., Una scena da Candid Camera ‘ disse una matura signora che si stava bevendo il cappuccino ! Tazio e Viviana risero sonoramente ed uscirono dal bar. Viviana notò che Tazio non era poi male. Era moro, riccioluto, con gli occhi scuro e con una faccia davvero simpatica. Aanche Tazio guardò Viviana e ne fu favorevolmente impressionato .Le disse “ Non mi aspettavo che una così graziosa signora venisse a Mantova per recuperare lo stivale della figlia. Peccato sia sposata…..”- Viviana replico “Si ho una figlia che va all’università a Milanp, ma non sono proprio sposata “. Tazio disse Come? Viviana replico -“E’una storia lunga”! E Tazio di rimando . “-Se vuoi me la racconti oggi, sennò hai il numero di telefono e mi chiamerai se e quando vorrai raccontarmela”- Viviana disse: Prometto che te la racconterò di persona . Oggi devo finire l’articolo sulla mostra di Mantenga e consegnarlo al mio redattore capo. Mi chiederà denz’altro di perfezionare l’articolo Tempo qualche giorno e ti richiamerò Ciao!”.. Nel ritornare a casa Viviana pensò : Potrei chiamarlo venerdi mentre Mara passerà il fine settimana con Ettore. Grazie ad uno stivale abbiamo tutte e due un uomo a cui raccontare qualcosa !