Una strana rapina

 

 (Giovanni Volpon)

 

 

 

 

 

 

Strano a dirsi, nel Commissariato di Porta Genova per il Commissario Taufer e per la sua squadra era un periodo abbastanza tranquillo.

Non erano rimasti nel mese di marzo del tutto disoccupati,sarebbe stato pretendere troppo. Avevano avuto a che fare con qualche furto d’auto, coi soliti borseggi per recuperare i soldi per la dose nei pressi degli uffici postali di via Montevideo,Piazza Napoli e via Caboto,con la partecipazione a ricerche per anziani sperduti nel quartiere alla ricerca della loro casa , con interventi per risse innaffiate da alto tasso alcolico tra  avventori di differente origine etnica (ce n’era per tutti i gusti,visto che la zona della movida milanese è sotto la loro giurisdizione e che l’offerta di locali è ampia e variegata come la tipologia di chi li frequenta).

Attività di routine che non aveva richiesto grossi sforzi investigativi, ma scarpinate, appostamenti, colloqui e convocazioni per la stesura dei verbali con conseguente ed inevitabile carico burocratico di registrazione ed archiviazione .

Anche i suoi tre fidati collaboratori detestavano  la burocrazia e cercavano con ogni mezzo di scansare la stesura dei verbali fingendo di ricordarsi che dovevano andare a parlare con la vecchietta vittima di scippo (con cui Canavaro aveva già parlato poche ore prima ) ,per raccogliere testimonianze dai vicini –o meglio vicine di casa – per le quali Lussu aveva una grande passione ) o per parlare con il barista di un locale vicino al parco delle Basiliche per chiedere informazioni su qualcuno coinvolto in una rissa (Dal Favero se ne ricordava ,da buon veneto, quando si approssimava l’ora dello spritz).

Buoni elementi, per carità, ma coi quali talvolta Taufer doveva far ricorso alla sue doti “diplomatiche” (condiva le disposizioni ai suoi uomini con sacranoi e “nde’ in mona tuti” e con altre espressioni meno riferibili aggiungendovi pugni sulla scrivania o manate sugli armadi metallici che contenevano gli archivi –non era per nulla asburgico e controllato in questo) con le quali riusciva a metterli d’accordo.

Era una squadra ben assortita, non c’è che dire, ma avevano comprensione per le reciproche debolezze ed erano un gruppo affiatato.

Dopo le santiate e di fronte al caffè trovavano l’accordo.

Con Dal Favero, bisognava aggiungerci la sigaretta, ma erano comunque un gruppo affiatato ;Dio li fa e poi li pokera, si potrebbe dire.

Non è che fossero del tutto dispiaciuti di questo periodo di relativa tranquillità, anche perché la precedente inchiesta sui trafficanti d’armi di viale Coni Zugna li aveva tenuti a lungo impegnati (oddio, Taufer s’era preso una pausa con Angela a Valencia dopo l’interrogatorio col trafficante visitando la città di Calatrava ,le sue nuove architetture e l’acquario e ,da ultimo ,aveva rivisitato ,con rinnovato gusto e piacere, le sinuose curve generosamente offerte non solo alla vista, approfittando per trascorrere con lei qualche ora felice come dicevano le donne dell’antico Egitto dei Faraoni), ma ogni poliziotto sa che i periodi di calma sono forieri di un periodo di guai e casini, cosa che puntualmente accadde dopo le Idi di Marzo.

In una mattina ventosa di venerdì vennero informati che era avvenuta una rapina in un centro estetico di via Valparaiso , nei pressi del Parco Solari (ora parco Don Giussani).

Senza frapporre indugi, grazie alle doti di guidatore esperto e un tantino spericolato di Canavaro (dovute alla sua provenienza dalla Stradale e alla sua capacità di affrontare il traffico dell’hinterland napoletano –era originario di San Giorgio a Cremano come il compianto Massimo Troisi a cui peraltro somigliava per il naso greco e per i capelli ricci con qualche spruzzata di neve-  in pochi minuti arrivarono sul posto.

Canavaro commentò -“Dotto’ , sarà il solito furto di tossici. Il parco è vicino e qualche disperato bisognoso di pera e di soldi avrà rubato nel primo negozio che gli è capitato a tiro-”. Taufer gli replico’  : A Salvatò, nun dire strunzate! Potrebbe essere, ma tu, visto che ci hai fatto arrivare lo stomaco in bocca con la tua guida  da Alonso di periferia, adesso vai ed interroghi il personale del centro e le clienti. E non ti lamentare, che probabilmente c’è anche qualche bella ragazza. Non ci mando Lussu, altrimenti facciamo notte ed è probabile che avremo a disposizione nome ,indirizzo e cellulare di tutte ,ma temo che tra le domande sul fatto infili  anche richieste del tipo-“Cosa fai stasera? Vorrei invitarti fuori per bere qualcosa o simili”. Sarebbe ora si sposasse , ma detto tra noi, io sono il penultimo a poterlo consigliare-”.

Nonostante il tempestivo arrivo sul luogo dell’evento,il rapinatore (o rapinatori?) si era già dileguato e non restava che raccogliere le testimonianze delle presenti nel cento estetico.

Una signora che stava sotto la lampada UVA nella stanzetta attigua riferì di aver sentito solo la frase canonica “Dammi i soldi” ,ma non era in grado di dare indicazioni sull’aspetto né sull’accento di chi le pronunciava (una debolissima traccia). Le altre clienti presenti riferirono che il rapinatore era da solo, mascherato con un passamontagna rosso e che, alla richiesta del denaro la cassa era stata aperta e che gli era stato consegnato da una delle presenti –che era la titolare del centro- una somma di circa 2000 euro. Gli affari non andavo così male a quanto pare!  La titolare del centro disse che le aveva puntato allo stomaco un coltello e che, dopo la consegna del denaro, era uscito in direzione del parco allontanandosi a passo veloce, ma non correndo.

Elementi troppo deboli, per Taufer che diede indicazioni di raccogliere le generalità delle presenti e di convocarle in commissariato per raccogliere le deposizioni   .

Pareva in apparenza un furto da tossico, perché si era allontanato verso il parco col denaro . Ma perché non aveva preso di mira la tabaccheria (più piccola e gestita da una sola persona ) o la merceria gestita da un’anziana vedova (obiettivi più facili e già colpiti da furti)?

Taufer voleva approfondire . Non tentò nemmeno una battuta nella zona ,avrebbe perso tempo anche perchè il rapinatore venne descritto di statura media, con indosso un giubbetto blu, un paio di Jeans e con scarpe da tennis ai piedi,vale a dire era vestito come il 40% delle persone tra i 18 e i 35 anni che giravano nella zona a quell’ora (erano circa le 11).

A dire il vero la titolare del centro, una avvenente trentenne con abbronzatura da viaggi in paesi caldi e non da lampadata, che faceva risaltare un viso grazioso con una bocca dalle labbra un po’ prominenti ma non troppo (botox o natura?) e due vispi occhi castani con una chioma riccioluta color castano  e con le curve giuste al posto giusto messe in risalto dal camice color pervinca, aveva raccontato il fatto con estrema tranquillità senza far trasparire alcun segno di comprensibile paura e/o preoccupazione per la vicenda che l’aveva, suo malgrado, coinvolta. Oddio, non che si aspettasse svenevoli svenimenti o parole pronunziate con voce tremula accompagnate da esclamazioni varie del tipo “Oddio,oddio ,mi è sembrato di morire “ oppure “Al solo pensiero, ho ancora paura.
Nel caso sarebbero state reazioni comprensibili, anche perché il fatto era avvenuto da poco tempo. Un ammirevole self control, non c’è che dire, ma (forse ) eccessivo, date le circostanze. Bisogna dire che Taufer era andato al di là delle apparenze. Aveva di fronte a sé una donna indubbiamente gradevole e si era soffermato a guardarla perché non era certo insensibile alle sue grazie,ma in questo caso aveva stabilito che forse valeva la pena di fare qualche domanda alla graziosa creatura in commissariato.

Glielo comunico dicendo “ Signora,vorrei farle alcune domande sui fatti accaduti oggi. Le  chiedo, per cortesia , di passare in commissariato dopo l’orario di chiusura per raccogliere la sua deposizione . Le lascio il mio recapito telefonico per chiamarmi se dovessero esserci  delle difficoltà. Chieda del commissario Enrico Taufer .

La donna replico “ Commissario, venire a deporre di fronte ad un uomo come lei non mi crea nessuna difficoltà, mi creda. E dicono che i poliziotti sono tutti brutti e scortesi!. Taufer, davanti al palese tentativo di captatio benevolentiae, replico’ sorridendo : “-Va bene, la attendo per le 20.30. Intanto fornisca per cortesia le sue generalità all’agente Dal Favero.

Non ci cascava in questi trucchetti, era ben navigato. Forse la graziosa titolare del centro pensava di “ammorbidirlo”, ma Taufer sapeva essere integerrimo da questo punto di vista.  Era nell’intimo compiaciuto di essere interessante per le trentenni (era un poco vanitoso ,ma lo ammetteva),ma la over trenta con cui viveva assorbiva i suoi pensieri e le sue energie (non che l’assorbimento gli dispiacesse) e non aveva alcuna intenzione di prendersi distrazioni in tal senso,anche se le occasioni non mancavano e questa “occasione” non era per niente male, anzi! 

Per dribblare l’inconveniente, aveva affidato a Dal Favero il compito di raccogliere le generalità. Un elegante dribbling con sottinteso il messaggio “Cara signora, non sono cosa per te, sappilo!

Inutile dire che Dal Favero fu molto scrupoloso nel raccoglierle e non si limitò a questo, di Oltre a chiederle il cellulare (il minimo) si fece dare l’ indirizzo e raccolse informazioni anche sullo stato civile ( era disinteressato,ovviamente essendo felice sposo di una bella siora nonché padre felice di un bimbo e di una bimba!) nonché sulla provenienza e sul tempo ( si fece dire che era colombiana e che abitava a Milano da circa 5 anni.)

La ricciolona si chiama Marisol Echevarria ,di anni 31 ,non coniugata e risiede a Milano in via Pacini al n°50.

Nell’attesa dell’orario dell’interrogatorio, Taufer trovò il tempo di trascorrere l’intervallo pranzo con i tre agenti alla mensa . Ovviamente parlarono della rapina.

Lussu commento’ “ -Accidenti, che sventola. Se’c’è bisogno mi offro come cavia per un trattamento estetico se questo serve per avere altre informazioni! Tutti risero perché era ben nota la  sua passione per l’altra metà del cielo. Ma così carina com’è ,non è possibile che ‘sto centro faccia da paravento per altre attività, non so se mi spiego. Le altre addette sono in media giovani e carine…….. il suo occhio da falchetto tartufone aveva colpito ancora

Taufer colse al volo l’intuizione di Lussu e gli disse “Ogni tanto per te oltre le gambe c’è di più! La tua non è una ipotesi del tutto infondata.

Vai e verificala, ma me racomando, ricordete che te va là per laoro e non par far al cicisbeo!

Canavaro da parte sua osservo’: ”-Una rapina da duemila euro e va bbuò. Ma sarebbe stato più intelligente se avesse fatto la rapina di sera, a fine giornata l’incasso sarebbe stato maggiore.-”  Canavaro aveva ragionato con la logica da scugnizzo malandrino e Taufer gli replico “-In fondo non è del tutto sbagliato quello hai detto. Mi frulla in testa qualche idea, ma ci voglio pensare. Dato che ci sei,prova a vedere se ci sono state negli ultimi tempi rapine simili consultando il data base dei reati e magari senti anche quel tuo amico della questura che lavora all’archiviazione dei dati,magari salta fuori qualcosa. So che è un lavoro noioso, ma non è del tutto inutile. “ Anche Dal Favero volle dire la sua . Ma accidenti-,asseri-’ in una zona come questa è possibile che l’incasso del giorno prima non sia stato portato al sicuro ,che so versato in banca. Perché un incasso di 2000 euro a metà mattina mi pare tanto, non siamo a via Montenapoleone.

Dal Favero, con il suo senso pratico , aveva messo un’altra pulce nell’orecchio di Taufer,per la serie una pulce per uno,non fa male a nessuno gli rispose: “-“E’vero, 2000 euro moltiplicati per 250 ,i giorni d’apertura, fa mezzo milione l’anno. Un bel po’ de schei.

Sono tanti per un centro estetico! Bè ,ti sei guadagnato un giro dalla Finanza per vedere se sanno  qualcosa. Devo dire che tutti avete fatto ipotesi che possono essere utili per indirizzare le indagini. Io proverò a vedere se la titolare del centro mi fornisce qualche elemento durante la deposizione. A questo punto Canavaro rilevò: A Commissa’ lei si tiene o’ meglio , noi a scarpinare e a trovare indizi negli archivi alla finanza, mentre lei interroga la bella guagliona . _”. Taufer era persona abbastanza spiritosa e sorrise alla frase di Canavaro replicando: “- O fetentone, io per l’interrogatorio dovrò rinviare una cenetta con Angela e sarà dura spiegarle che l’interrogata è una bella siora . E Cannavaro di rimando : -“Hi, commissa’ alle donne non bisogna dire sempre tutta la verità. Si vede proprio che lei è del nord,con dovuto rispetto. Le racconti che ha interrogato un ciccione bavuso e fetuso,ah.-” Taufer gli rispose” Ma vai in corso Monforte e muoviti. In metrò e coi mezzi pubblici, che in quella zona il venerdì ,c’è  sempre casino.

Se poi trovi il tempo di passare da un barbiere per accorciarti un poco la zazzera, è meglio!

Fatemi sapere qualcosa per le otto di stasera. Poi liberi tutti per il fine settimana, salvo casini dell’ultimo minuto.

Poi lunedì vedremo il da farsi. Questo fine settimana è di turno l’ispettore Pinna, magari coinvolgiamo anche lui nell’indagine,visto che è un ragazzo sveglio .

La scientifica la lasciamo fuori, altrimenti fa solo casino . -”

Alle otto di sera gli agenti avevano svolto gli incarichi loro assegnati.

Lussu, per senso del dovere, si era sottoposto ad un trattamento di depilazione del petto e aveva appreso che le ragazze che lavoravano nel centro erano state assunte tutte tramite un’agenzia di collocamento per il lavoro interinale, facendo cadere l’ipotesi di un paravento per escort o simili. Il trattamento gli era costato cinquanta euro (regolarmente fatturati con tanto di ricevuta fiscale perché aveva rivelato alla fine di essere un poliziotto) e gli aveva fruttato indirizzo,numero di telefono e appuntamento con la biondina  di nome Tamara, età ventiquattro origine moldava gli aveva depilato il tronco. Naturalmente non riferì questo particolare (appuntamento,ovviamente) al commissario.

Taufer lo ringraziò e gli augurò una buona serata (non glielo aveva detto, ma Taufer lo aveva supposto e l’augurio della buona serata era stato sottilmente malizioso e maliziosamente sottile.  

Dal Favero, che si era sorbito la parte della verifica presso la Guardia di Finanza, nella sede di via Melchiorre Gioia, aveva appreso che la guardia di Finanza non era a conoscenza di apparenti irregolarità circa i permessi per l’apertura del centro (il Centro era regolarmente registrato alla Camera di Commercio ed era a posto per le autorizzazioni sanitarie necessarie con tanto di documenti dell’ASL di Milano . Un puntiglioso maresciallo fece presente che per l’aspetto fiscale , il comandante della Guardia di Finanza doveva sentire il comandante del Commissariato per concordare i tempi ed i modi delle indagini. Doveva esser coinvolto il Dr. Ingroia.

Taufer ringraziò Dal Favero e gli disse “-E va bene, un piccolo casino. Ma io non lo avviso certo fino a lunedì, tanto so che mi farà la solita predica sui ruoli, le gerarchie e le competenze. Grazie anche a te, basi alla siora e ai pupi.-”

Canavaro aveva fatto le ricerche nell’archivio della Questura in Corso Monforte (o meglio, aveva chiesto ad un poliziotto di Frattamaggiore di aiutarlo) , si era persino fatto tagliare i capelli, ma non aveva trovato particolari indizi perché i rapinatori che agivano coperti da passamontagna erano una categoria troppo vasta per il data base. Nella zona Ticinese – Genova almeno quindici, ma era come cercare un ago nel pagliaio.

Lo riferì a Taufer che gli disse” So di averti affidato un compito noioso, ma quindici è sempre meglio di niente. Magari sei anche andato dal barbiere, vero ? “Certo commissa’,barba, capelli e servizio completo ,mi ha proprio messo ‘a capa a posto.-” i

Be’ –disse Taufer di rimando- di questo dubito un po’, Se avessi la testa del tutto a posto non lavoreresti nell’investigativa con me. Va bene e buon fine settimana anche a te.-“

Adesso Taufer,sulla base degli elementi raccolti in un breve spazio di tempo, doveva  interrogare la titolare del centro estetico e cercare di ricavare altri preziosi indizi.

 

La signora aveva cercato (in modo non proprio velato) di ingraziarselo e lui volle sfruttare  la circostanza. Aveva sempre nel suo armadio una camicia pulita , due cravatte in tono (per eventuali e piacevoli “imprevisti” tipo cenette romantiche ,concerti, spettacoli teatrali e non certo per colloqui coi superiori) e il necessaire per la cura della persona, Acqua di Giò compresa. Con consapevole vanità e vanitosa consapevolezza,dopo aver avvisato Angela del protrarsi dell’orario di lavoro (le aveva chiesto di posticipare la cena alle 22.00) ,ingannò l’attesa con prelavaggio, lavaggio e profumaggio. Lasciò nell’armadio il dolcevita color grigio chiaro e indossò la camicia azzurra tipo Oxford con la cravatta blu notte coi gigli fiorentini azzurri. Si guardò allo specchio , si compiacque ed indossò la giacca di velluto blu scuro . Nel frattempo alle 20 in punto arrivò l’ispettore Pinna che ,dopo averlo salutato gli disse “Ma Enrico, potevi cambiarti a casa prima di andare a cena fuori .-“.

Taufer non gli aveva detto nulla, ma apprezzava l’intuizione del giovane ispettore e commentò :” Brillante intuizione circa la cena fuori, ma mi sono  messo “in ghingheri” come diresti tu per un interrogatorio. Quando vedrai arrivare chi deve venire a deporre capirai.!-”

La fascinosa colombiana arrivò con soprabito chiaro, scarpe  marron bruciato con tacco 10, tubino color beige ,golfino di lana color marrone più scuro traforato e camicetta crema con i primi tre bottoncini  perla slacciati.  Si intravedevano i ricami del reggiseno bianco .

Uno spettacolo che illuminava le stanze un poco buie del commissariato, non c’è che dire!

L’ispettore Pinna  era , da buon siculo, galante il giusto e dopo uno sguardo a 720 gradi si rivolse a lei chiedendo : -“Buonasera signora, in cosa posso esserle utile ?-”

La colombiana rispose: “Devo presentarmi dal Commissario Taufer per rispondere ad alcune domande, mi sa dire dov’è ? . Pinna fu cortese fino in fondo e disse: “-Mi segua, la accompagno dal Commissario-”. La signora replico’: “- Ma siete tutti così gentili  e carini qui? E si che mi hanno detto che i poliziotti sono persone poco garbate, ma mi sembra il contrario.-” Pinna gongolò interiormente,ma non gigioneggiò e bussò alla porta della stanza del commissario dicendo “-Enrico, scusa, è arrivata la signora che deve deporre”. Il Commissario Taufer replicò “Va bene Elio, falla entrare. Anzi, ti chiedo la cortesia di rimanere e verbalizzare, se non ti dispiace.

Pinna aprì la porta ,fece entrare la signora e Taufer la fece accomodare.

Avevano iniziato con il loro solito garbo per non mettere a disagio la signora che si sedette accavallando le gambe e mettendo in mostra le cosce ben tornite ed abbronzate  le gambe affusolate e le caviglie sottili.

Il davanzale era già in bella vista di suo.

Taufer e Pinna non erano certo insensibili alle grazie femminili, ma durante il lavoro erano  integerrimi  e non si lasciavano distrarre da esibizioni più o meno generose di muliebri grazie. Oltre l’orario di servizio, altro discorso anche per il buon Elio, felice fidanzato e prossimo a convolare a nozze con una graziosa insegnante di matematica (strano, ma ce ne sono) dai capelli corvini , con gli occhi scuri ed un personale ragguardevole di nome Assunta.

La signora colombiana aveva notato il look di Taufer e si avvicinò dicendo “Commissario, complimenti per la sua eleganza. E complimenti anche per la scelta del profumo. Lei dev’essere un tipo che fa girare la testa a molte donne. Nel dire questo avvicinò il suo nasino a collo di Taufer che, molto garbatamente si ritrasse dicendo “La ringrazio, ma non l’ho convocata per ricevere complimenti. Ricambio notando che anche lei è vestita in modo elegantemente provocante, ma non siamo qui per scambiarci complimenti, ma per parlare di una rapina, mi pare “

Il Commissario Taufer era affabile nel comportamento, ma conduceva gli interrogatori in modo preciso ed incalzante e  lanciò il messaggio che non era il tipo da cadere come una pera cotta dopo qualche complimento. Non che ciò non solleticasse la sua vanità , ma ci voleva ben altro!  

Dopo i convenevoli , chiese subito “ Signora Echevarria, ho notato stamani che dopo la rapina era assai poco spaventata. I casi sono tre: o lei possiede un grande self –control o lei è abituata ad esser rapinata, -ipotesi che escluderei essendo la prima rapina subita dal centro – oppure ha organizzato la rapina per qualche motivo che mi sfugge. Io sarei più per la terza ipotesi, ma le mie opinioni personali non contano. Provi a convincermi del contrario. Mi dica ,per favore”

Taufer aveva , per così dire, gettato l’esca . Aveva pochi elementi a dire il vero per supporre che si trattasse di una rapina “camuffata” e non certamente sufficienti per avallare ipotesi di un reato e questo lo sapeva bene. Ma voleva far capire fin da subito che le prime due ipotesi erano scappatoie che non reggevano e voleva indirizzare l’interrogatorio verso l’ipotesi tre che gli pareva teoricamente plausibile (sulla base di supposizioni sue) o, quanto meno, foriera di altre ipotesi su cui muovere le indagini successivamente.

La signora ribattè -“Commissario, vengo da Medellin, la città dei narcos, dove si commettono parecchi reati e quando non sento colpi d’arma da fuoco non mi spavento, mi sono abituata sa. Taufer di rimando: “Potrebbe essere,ma perché ha lasciato Medellin per Milano signora? Anche a Milano si spara, purtroppo e per vari motivi. Lasci perdere questa strada,mi creda ,perché potrebbe frullarmi per la testa di indagare tramite la DIA se lei ha qualche legame coi narcos . Sa, colombiana/o = coca= traffico stupefacenti è una equazione facile. Stiamo parlando di una rapina mi pare, è meglio per tutti se non si cambia argomento. Per oggi lei è qui come testimone di una rapina, poi si vedrà.!

Il messaggio era chiaro: -“Attenta a non  metterti nei guai da sola ,bella signora , perché qualcosa mi dice che le cose non sono così come sembrano ! –“.

Taufer gestiva la raccolta delle deposizioni e gli interrogatori dei sospettati con stile pacato nella forma. Difatti non urlava,non batteva i pugni sul tavolo,non si avvicinava con fare minaccioso e non puntava la luce negli occhi. Con una donna poi non l’avrebbe mai fatto.

Sapeva però essere insinuante il giusto e faceva intendere sempre quando le affermazioni gli parevano contraddittorie. In quel caso si alzava dalla sedia, si metteva dapprima vicino alla finestra e poi si sedeva accanto alla persona dalla parte opposta della scrivania. Usava in modo impeccabile il linguaggio non verbale lanciando chiari messaggi a chi non gliela contava giusta .

La donna replico’ “- Ma commissario, perché dovrei organizzare una rapina al mio negozio? La sua domanda, mi scusi me parece assurda. Se avessi bisogno di soldi, potrei tenermi parte dell’incasso e non denunciarlo le pare?

Taufer si alzò dalla sedia e disse: “ La informo che indagherò anche sugli incassi . Duemila euro a metà mattina in un centro aperto da poco e non affollatissimo mi sembrano davvero tanti. Erano l’incasso di un giorno, di due, o della settimana? Ammesso che siano del giorno prima, come mai non li ha fatti depositare in banca o non li ha messi nella cassaforte del negozio ?

Cara signora, non le voglio rovinare il fine settimana e non mi aspetto certo che mi dia la risposta adesso. Nel suo interesse ci pensi bene e ritorni lunedì pomeriggio dopo le 18 con una risposta plausibile. Naturalmente non lasci la citta. Per ora, è ancora solo una testimone. Buona notte signora. La colombiana esterrefatta disse “ Ma come, subisco una rapina di 2000 euro e lei mi tratta come se li avessi rubati io ? E’ uno strano modo di fare il suo commissario. Ho capito , sembra una persona così per bene in realtà è uno stronzo! E nel dire questo si avvicinò a Taufer e gli strattonò il bavero della giacca.

Taufer allora ribadì alquanto seccato “–“Signora , il dare dello stronzo ad un pubblico ufficiale in presenza di testimoni potrebbe già costarle una denuncia. Lascio perdere perché l’ora è tarda e perché anche lei ha avuto una giornata pesante, credo. Pinna non verbalizzare l’ultima frase. Vogliamo essere gentili con la signora il venerdì sera e speriamo che la notte porti consiglio.

Per ora le auguro nuovamente buona notte e la invito a seguire l’ispettore Pinna che l’accompagnerà all’uscita.

“-No grazie, esco da sola. Non so che farmene della vostra falsa cortesia-”.Ed uscì con passo svelto imprecando “Maldido, falso y enganador!

Pinna disse ridacchiando “E si che sembra così carina, ma probabilmente l’hai punta nel vivo anche perché non le hai dato la possibilità di lasciarti sedurre. Su questo ha proprio ragione!

Taufer di rimando “ Stasera non è il caso, visto che alle 22.00 Angela mi aspetta alle “Scimmie” . Intanto tu falle bloccare il passaporto, per favore,non si sa mai!

Pinna disse “Va bene e mentre tu ti dedicherai a cena romantica con successiva passeggiata lungo i Navigli e dopo cena con una creatura rapinosa e splendida, il sottoscritto informerà il Commissariato di Lambrate perché la tengano d’occhio no? Stai tranquillo, non ti chiamerò,non ti voglio guastare la serata e la nottata

“-E bravo Elio”-, disse Taufer. Non solo per la quello che farai col Commissariato di Lambrate, sia chiaro. Buona notte anche a te. I numeri con l’insegnante li farai lunedì e di sicuro sei un bravo allievo,penso!

Al lunedì mattina Taufer e Pinna si videro alle otto in punto nell’ufficio  di Pinna. Pinna domando’ : “-Ciao Enrico, come è andata la serata ? -“ e Taufer replicò “ “- Veramente bene, ma il bello viene dopo. Pensa che quell’adorabile mattacchiona di Angela verso le quattro di sabato mi ha detto “Dolcezza, lo sai che i tuoi spermatozoi sono un po’ acidini ? -“ E nel dire così ridacchiò compiaciuto . Pinna di rimando : “Ah, numeri da circo equestre faceste eh? Bravi, bravi. Al commento di Pinna , Taufer scoppiò a ridere e replco “ Ma dai che li farai anche tu alla prossima occasione . E poi dev’essere piacevole studiare le curve di un’insegnante di matematica come Assunta. Per la mia al liceo, niente da fare perché era un tronco di pino . “-Tu sei più fortunato, Stavolta fu Pinna a ridere divertito e nel replicare sottolineo’; “-

  “-A mmia nessuna disse che ho gli spermatozoi acidini,ah. Assunta a volte mi dice che sono dolce come un cannolo la scostumata. Quando è meno scostumata che sono dolce come una cassata.  E tutti e due scoppiarono a ridere in modo molto rumoroso.

Come inizio di giornata non c’era male ! Dopo il momento casual sarebbero andati a bersi un caffè prima dello scambio di informazioni.

Per loro sfortuna il Dr. Ingroia passò davanti all’ufficio di Pinna (la porta non era chiusa, per la cronaca) che era dalla parte opposta del corridoio di fronte a quello di Taufer  . Il dr Ingroia non era di buon umore quel lunedi (Napoli- Inter 1-2 al San Paolo) ed entrando nell’ufficio con voce tonitruante esclamò “ Ma bravi, ma bravi ridete, ridete pure. Adesso Taufer le faccio subito passare la voglia di ridere. L’aspetto tra cinque e dico cinque minuti nel mio ufficio. Stamattina alle 7.30 mi ha chiamato il Maresciallo Caputo della Finanza. Lei mi deve qualche spiegazione!

Taufer disse “ Va bene dr. Ingroia, il tempo di un caffè e sono da lei . Ingroia a quel punto cercò di esser spiritoso, ma per lui non era cosa “ _ E vva bbbuò, ma che non sia un caffè lungo,ha capito?. Taufer si era vista servita l’occasione per replicare con una battutina e non se la lasciò sfuggire “-Dottore, a me il caffè piace ristretto!

Urla belluine squarciarono il corridoio “ Commissarioooooooo, quando la smetterà di dire cazzate ? Cerchi di essere più serio se le riesce!

Taufer non era per nulla sorpreso dalla richiesta di spiegazioni. Imperturbabilmente accompagnò Pinna a bere il caffè  al vicino bar, sicchè i “cinque e dico cinque minuti” erano diventati almeno venti, perché si era anche preso il  tempo per due chiacchiere con Pinna fumandosi anche la sigaretta.

Alle otto e trenta bussò alla porta dell’ufficio del Dr. Ingroia . L’accoglienza, inutile a dirsi, non fu proprio delle migliori  . All’ingresso nell’ufficio Ingroia non lo salutò e non lo invitò nemmeno a sedersi .

Gli disse : “- Ma bene,ma bene si permette di presentarsi con ben venti minuti ritardo! Spero abbia una spiegazione anche per questo! -“Taufer si autocensurò una battutina (aveva pensato di accennare al caffè lungo…), ma rimase imperterrito in piedi . E Ingroia di rimando “- E non rimanga lì impalato, si sieda,si sieda dannazione!-” “-Come desidera ,dr Ingroia. Mi dica quello che vuole sapere. -“ . Le parole furono pronunciate con affettato aplomb,al che il Dr Ingroia serrò i pugni, divenne paonazzo in volto e sbottò “ Cosa cazzo le è venuto in mente di far svolgere una indagine fiscale su una vittima di una rapina e senza chiedere la mia autorizzazione per giunta?In questi casi per prima cosa si va alla ricerca del rapinatore mi pare o no ? “Oh si-ribadì Taufer,ma il rapinatore si era dileguato ed ho fatto fare ricerche sul suo modus operandi, ho almeno quindici possibili indiziati, ma tre agenti ed un ispettore ad aiutarmi . Ma invece la rapina è ben strana. Uno entra alle undici, si porta via duemila euro,minaccia con un coltello e la rapinata descrive la cosa con molta ,troppa calma. Ci sono due cose che non tornano :Duemila euro in cassa in una zona dove il rischio di rapine da parte di tossici in cerca di soldi per la dose  è alta e l’eccessiva tranquillità della rapinata. L’ho interrogata, ma non mi ha convinto del tutto . E poi chi dice che i duemila euro siano i proventi dell’attività del centro? Avrebbe dovuto fare quaranta depilazioni del tronco in due ore,tanto per fare un esempio. Lo so perché un agente, a scopo investigativo, è andato nel centro a sottoporsi a trattamento depilatorio  Gli è stata rilasciata la fattura perché ha dichiarato di essere un poliziotto.

Ed oltre ad un saloncino in cui son stati posti dei divisori, dove lavorano due ragazze più la titolare, c’è solo una stanza con la lampada UVA. Se fosse un megacentro,l’incasso sarebbe credibile, ma mi pare che estetiste ,parrucchieri,barbieri ed affini non siano proprio fedeli nelle dichiarazioni.  

Penso che questo centro ,aperto da poco coi crismi della legalità possa coprire altre attività tipo riciclaggio di denaro sporco per fare un esempio. E’una ipotesi da sondare le pare?  Ingroia a quel punto sgranò gli occhi, si alzò sulla scrivania e disse “-Lei legge troppi romanzi gialli e corre troppo con la fantasia. Le prove, le prove Taufer!

Le prove –ribadì Taufer si possono cercare attraverso diverse vie. Al Capone fu incastrato dagli ispettori del Fisco e non dall’FBI,mi pare.-”.

A questo punto Ingroia gli disse “-Mi tocca chiedere alla Finanza di andare avanti per non sputtanarci, ma le giuro che se fa un buco nell’acqua la faccio trasferire !

Si ricordi che esistono delle gerarchie e dei ruoli da rispettare!E adesso si tolga dai piedi!

“-Buona giornata dr Ingroia ! Ho fatto un po’ tardi perché ho bevuto il caffè dal barista napoletano! Fa un caffè molto buono ed è’una persona simpatica e di buon umore anche se la sua squadra del cuore perde. -“

Nell’uscire dall’ufficio chiudendosi la porta dietro le spalle udì alcune urla ed il rumore di un  sedia caduta per terra!

La ricerca del rapinatore che rubava col passamontagna rosso calato sul viso furono infruttuose, anche perché tre sospettati avevano un alibi di ferro (temporanei ospiti del “du”, dal numero civico 2 del carcere di San Vittore) ,uno era ricoverato in ospedale ed altri due avevano regolarmente firmato il registro dai Carabinieri a quell’ora in due diverse zone della città in quanto erano in libertà vigilata. Ne rimanevano altri nove,ma la pista del recidivo non lo convinceva.

Dalla finanza notizie interessanti. La graziosa signora era titolare presso una banca della zona in cui abitava  di un conto corrente nel quale erano depositate poche migliaia di euro (quattromila per la precisione),ma c’erano diversi movimenti di somme di che non superavano i cinquecento euro versate tramite bonifici effettuati tramite bancomat abilitati a questa funzione. Tali versamenti avvenivano con cadenza molto regolare (quasi giornaliera). Era anche titolare di un conto corrente in una banca di via Washington, ma su questa non risultavano movimentazioni sospette E l’entità complessiva delle somme movimentate era di circa mezzo milione di euro. Ce n’era abbastanza per far proseguire le indagini in tal senso. Decise (giustamente) di lasciare tale parte alla Finanza. Comunicò la sua decisione al Dr. Ingroia dicendo “- Dottore, la Finanza mi ha informato che le movimentazioni sul conto sono di entità tale da suscitare sospetti, Io glielo comunico per conoscenza e penso sia opportuno lasciare che la Finanza prosegua le indagini in tal senso. Io mi limiterò ad interrogare nuovamente la signora e a ricavare altri elementi utili per le indagini sulla rapina.-” Il dr Ingroia stupito replicò “-Ma cosa le succede Taufer, sta rispettando ruoli e competenze e per giunta ragguaglia prontamente il suo superiore? La cosa mi sorprende. Cosa diavolo ha in mente? Taufer affermò “ Voglio che mi spieghi chi è il personaggio dal passamontagna rosso. Le notizie avute dalla Finanza mi servono per metterla spalle al muro,come si dice. E Ingroia , “Va bene ,mi tenga informato. Continui così, per stavolta ha scampato il trasferimento!

Taufer non aveva per niente voglia di farsi ingabbiare nelle pastoie di una indagine fiscale e aveva fatto in modo che il suo superiore gli togliesse una parte d’indagine a lui non gradita.

L’ispettore Pinna , da parte sua, si era appostato nei pressi del civico 50 di Via Pacini ed aveva notato che nel palazzo entravano numerose persone di origine sudamericana. Controllare l’abitazione di una testimone (possibile indagata) può fornire qualche elemento Pinna aveva appreso dal Commissariato di Lambrate che l’avvenente colombiana ospitava un suo lontano  parente di nome Esteban Almendia anni 28 dotato di regolare permesso di che lavorava presso un’agenzia di recapiti :il particolare non era stato riferito da Marisol, ma forse a nessuno era venuto in mente di chiederglielo. Anche Taufer si era lasciato distrarre dalle sue muliebri grazie!

Pinna aveva pensato : ma come, una così graziosa senora ,da sola in casa di notte senza machos che le facciano compagnia? Molto strano! Aveva comunque riferito a Taufer tutto questo. Naturalmente Taufer apprezzò lo spirito d’iniziativa dell’ispettore e lo ringrazio.

Ma perché non aveva fatto cenno alla circostanza?

Alle 18.00 Marisol Echevarria si presentò dal Commissario Taufer ancora più infuriata del  venerdì sera . Taufer la fece accomodare e Marisol esordì dicendo “ Muy bien, subisco un furto e lei mi fa bloccare il passaporto. Davvero bravo.!

Taufer non perse la calma e replico “-Bene, adesso farò entrare l’Ispettore Pinna da cui ho avuto alcune notizie importanti su di lei :“Vieni Elio e ripetimi quello che mi hai raccontato. Chiama anche Dal Favero per il verbale per piacere.

Pinna ripetè il racconto e Taufer chiese -“Come mai non ha detto che ospita un suo lontano parente? Non è mica un reato questo, per carità. Mi deve spiegare due cose e poi la lascio andare. Primo: come mai tanti sudamericani entrano nel palazzo dove abita mentre lei lavora al centro estetico? Aspetti a rispondere,le chiedo spiegazioni su un’altra faccenda. Cosa sono tutti quei bonifici di cinquecento euro o meno effettuati dal suo conto corrente a due conti correnti svizzeri in una banca di Lugano e in una banca di Ginevra?

Secondo me le due cose sono in relazione. Prima di rispondere le illustro la mia teoria, poi risponda. Lei e il suo parente siete incaricati di riscuotere queste somme da qualcuno. Non so che giro  ci sia dietro. Le ipotesi sono tre: traffico stupefacenti ,usura o pizzo su alcune attività che sudamericani gestiscono in zona. Il centro estetico è una copertura. Le somme dovrebbero corrispondere agli incassi, ma non è cosi. Il suo parente incassa le somme,parte gliele porta al centro estetico e parte le versa via  bancomat ai conti svizzeri.

Lei  deposita parte delle somme nel conto corrente di via Washington, le gira sulla banca di via Pacini e da lì sui conti svizzeri via internet banking. I duemila euro ve li volevate tenere per voi ed avete inscenato la commedia della falsa rapina. Mi sbaglio o no?

Marisol non disse nulla e replicò solo -“Voglio un avvocato prima di rispondere.”

Taufer le porse cortesemente la cornetta del telefono dopo averla pulita col fazzoletto.