NILDE

Fausto Maggiori


Sono andato da Nilde subito dopo pranzo per togliermi il pensiero al piu' presto, e poi oziare in pace per qualche minuto. Dicono che il colmo dell' ozio sia proprio questo: anticipare tutti gli impegni negli orari piu' gravosi e scomodi per poi aver piu' tempo a non far niente.
Anche il non far niente e' importante, anzi credo sia indispensabile nell' arco della giornata.
Serve a riequilibrare l' umore, a permettere l' affluso di sabbia nella clessidra dell' esistenza, per riservarsi uno spazio di pace e di vuoto totale, e immergercisi, per poi uscirne fresco e purificato.
Ho prescritto la terapia, la solita e di cui potrebbe perfettamente fare a meno, guadagnandoci anche in salute, oltre che in quattrini. L' ho rincuorata un po', scherzando sui suoi soliti lugubri commenti : " son vecchia e sola... se muoio stanotte...mi troveranno dopo qualche giorno che gia' puzzo..." Tutto cosi' uguale e monotono, per me.
Per lei, invece, la mia presenza e' ogni volta un evento importante e unico, da non perdere assolutamente, a tal punto che, se mi dimentico di andare, mi telefona allarmata e debbo recuperare al piu' presto, neanche fosse una questione di vita o di morte. Ma se arrivo di corsa e non mi seggo e ho l' aria di aver fretta, non funziona, il giorno dopo mi richiama perche' sta male, piu' di prima.
Debbo presentarmi come uno che e' andato li' a prendere il te', che ha tante cose da fare ma, in quel momento e per quella sola paziente, manda all' aria tutto, si siede, scherza, e dimentica il mondo. Nilde ha bisogno di sentirmi tutto per se', indivisibile, come l' Italia, o come una moglie gelosa. :-)
Non per guarire, ma per accettare.
In fondo e' il problema di tutti, saper accettare gli eventi avversi della vita, guardarli e accoglierli col sorriso dell' ironia. Come un vagabondo, in cerca di niente.
D' improvviso mi alzo, la invito ad uscire per una passeggiata romantica e le offro il mio braccio con un inchino, e lei scoppia a ridere e dice che sono matto, che fuori e' freddo e tante altre cose, io le prendo il cappotto e fingo di infilarglielo, lei allora ride piu' forte, mi dice di smettere e alla fine, al colmo delle risa...mi manda affanculo!
Ma si', proprio affanculo, a me, il suo medico, con tutte le cazzate che conosco sulla scienza e coscienza!
La parola le schizza via veloce come una proiettile, lei vorrebbe riacchiapparla, ma oramai e' andata; cosi' mi guarda preoccupata e un po' curiosa, per vederne l' effetto, poi, goffamente, mi chiede scusa.
Io, col suo cappotto ancora in mano, adesso rido di cuore, ne' mi do' per vinto, e la invito ancora al passeggio. Allora lei si fa seria seria e, come una mamma col suo bambino troppo vivace, mi richiama ai doveri della mia professione. Gia', giusto, le rispondo, ecche' allora la passeggiata non si fa piu'?
Buffoni si nasce, direbbe Toto', e io di sicuro lo nacqui!
Ma non e' mica facile farlo senza maschera e senza paracadute! Se mi mettesi il naso a pomodoro e la scarpe a papera sarebbe piu' semplice, ma senza divisa e senza rete di protezione, beh, non e' mica uno scherzo!
Ma non importa, vado in scena lo stesso, e nell' animo mi improvviso artista, anzi meglio ancora, divento un acrobata e spicco doppi e tripli salti mortali con avvitamento, e mi sento felice e libero, come un uccello.
E' una esperienza entusiasmante, da provare: si finisce per volare davvero, e non si vorrebbe mai scendere.
A volte penso che siamo nati vagabondi e che la liberta' ci appartiene, ma che ci e' stata derubata dal desiderio della salute, della ricchezza, delle comodita', dalla troppa serieta'... Riaverla indietro e' forse possibile solo con il vagabondaggio dell' animo, con un colpo d' ali, e un po' d' ironia. Nilde e' li', a indicarci la strada, lei e' la nostra anima in pena, lo specchio delle nostre paure, il nostro domani peggiore. Ma anche un invito al volo.