Memorie di uno Psicoanalista

Angelo Termini

Dalla Svezia


Quando nel 1975 feci la conoscenza di Fredrik Åkenson ricoverato presso la clinica Norrström egli era già famoso. Aveva partecipato a svariati talk-show ed il suo caso era stato descritto in relazioni scientifiche ed articoli divulgativi: Sospetto anche una loro presenza nella fantascienza, in forma un po' "romanzata" ma sostanzialmente uguale a quella delle loro descrizioni scientifiche1. Fredrik, che aveva allora ventisei anni, aveva vissuto dall’età di sei in istituti, con diagnosi che lo definivano come autistico, psicotico o gravemente ritardato. Le relazioni in genere concludevano che come idiot savant "non era niente di eccezionale", se non per la sua notevole memoria documentaria dei minimi particolari visivi del loro vissuto, e per l’uso di un inconscio algoritmo caratteriale che gli consentiva di dire all’istante in quale giorno, mese, anno ed ora aveva mangiato una certa pietanza nonchè i numeri di telefono di tutti i commensali.
Al primo incontro Fredrik non faceva un’impressione troppo gradevole: sembrava un grottesco Tino Scotti prima maniera, la sua statura era al di sotto del normale (1,20 cm), mani e testa fortemente sproporzionate, palato fortemente convesso, piedi arcuati ed una voce monotonale e stridula che assomigliava vagamente ad treno carico di violoncelli che freni in corsa, inoltre una gravissimaa miopia degenerativa li obbligava a portare delle lenti molto spesse e deformanti che lo facevano assomigliare ad una volksvagen con un nano su sedile posteriore.
Nonostante il suo QI fosse 20 Fredrik era una vera e propria enciclopedia ambulante. Sapeva a memoria tutte le formazioni del Västra Frölunda dal 1904 a oggi ma non sapeva di quanti giocatori fosse composta una squadra di calcio. La sua vera passione era comunque e senz’altro la musica, Mozart in particolare. Si racconta che una volta trovandosi in una fattoria sentì strillare un maiale ed esclamò all’istante: "Sol diesis". Qualcuno corse al pianoforte: si trattava effettivamente di un Sol diesis.
Il mio primo contatto con le capacità "naturali", ed il modo "naturale", di Fredrik avvenne in maniera assai simile, spontanea.
Un popone che si trovava casualmente sulla mia scrivania cadde spargendo il contenuto di semi sul pavimento.
"1781!!" strillacchiò Frederik: Al momento pensai che si riferisse senza dubbio al numero dei semi ma dopo un quanto mai sommario calcolo mi fu possibile prender atto che i semi erano molto meno...500 al massimo. Più tardi un collega con il pallino della musica classica mi fece osservare che il numero 1781 si riferiva all’anno in cui dopo la trionfale esecuzione dell’Idomedeo, re di Creta a Monaco di Baviera, Mozart ebbe un ennesimo alterco con l’arcivescovo Colleredo, che aveva usato nei suoi confronti un atteggiamento sprezzante ed umiliante.....affermando che la sua opera non valeva più di un popone marcio.
Tutto ciò era così assurdo ma dopo pochi giorni incontrando Frederik nel corridoio della clinica mentre cercava di condire con olio e aceto il ficus benjamin di Suor Mafalda (un occupazione che lo interessava molto) non resistetti alla tentazione di guardarlo fisso negli occhi e dire lentamente: "Idomeneo...re di Creta!"
Senza scomporsi ripose la bottiglietta di aceto che aveva in mano in una fondina ascellare ed annunciò "l’arcivescovo di Colleredo è un popone...1781...Mozart...Idomeneo, re dei poponi!" Il mio sbigottimento fu interrotto quindi dai alcuni colpi di carabina caricata a sale che Suor Mafalda esplose verso di noi in un tentativo disperato di salvare il suo ficus benjamin.
L’autunno del 1976 fu particolarmente duro per Fredrik improvvisamente cadde in un grave stato depressivo adesso la sua unica occupazione era quella di passare interi pomeriggi presso il reparto pelletteria dei magazzini Ålhens dove immaginava di essere una valigia di Gucci, e tutto andò bene fino a che una certa signora Samuelsson domandò alla commessa quanto costava.
Il dr. Nielsen dovette seguirlo per più di tre anni per convincerlo del fatto che non poteva essere una valigia. Conscio dei propri limiti si accontentò di essere uno zainetto Fjälraven, e cominciò ad interessarsi di cucina, tre volte alla settimana impanava tutte le pantofole dei ricoverati che riusciva a procurarsi, naturalmente con contorno di Ficus Benjamin.....si era tornati finalmente alla normalità.
Ormai le giornate erano scandite dagli urli laceranti dei ricoverati e dai colpi di carabina di Suor Mafalda che strano a dirsi pareva apprezzare le pantofole impanate, ed un giorno mi confessò che la sua colite era miracolosamente guarita.
In seguito Fredrik venne dimesso in virtù di un provvedimento governativo che obbligava tutte le cliniche psichiatriche a sospendere il trattamento per pazienti che non risultassero in pericolo di vita o che fossero convinti di essere Carl Bilt.
Fredrik a quel punto cominciò ad indossare doppiopetti grigi ed a rovesciarsi vassoi di cibo su se stesso talvolta con la complicità di Suor Mafalda che già vedeva svanire la sua razione di pantofole impanate. Il suo stratagemma fu comunque inefficace poichè se gli veniva chiesto a bruciapelo il suo nome rispondeva: "Non mi hai riconosciuto?...Sono Carola ed il mio ultimo disco è una bomba!"
Un bel mattino di primavera lascio la clinica per raggiungere una zia che abitava a Gällivare nel nord della Svezia.
Alcuni anni più tardi l’ho rivisto nella vetrina di un negozio d’antiquario a Stoccolma, credeva di essere una scrivania Luigi XV, e fui veramente preso dallo sconforto quando il negoziante mi disse che un pezzo così non aveva prezzo anche perchè più lo guardavo e più mi rendevo conto che avrebbe fatto un figurone in salotto accanto ad un paralume francese del...........
beh! Il caso (nr. 2345) finisce qua.
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Carl Bildt, ex primo ministro svedese, fu coinvolto alcuni anni fa in uno spiacevole incidente: un pazzo dopo aver eluso il suo servizio di sorveglianza riuscì a roversargli addosso un vassoio pieno di tartine alla maionese.
Carola sta alla Svezia come Orietta Berti e Mino Reitano insieme stanno all’Italia
In realta la zia era un signore di 65 anni Stig Äkesson che aveva deciso per scommessa di cambiare sesso e gli era piaciuto a tal punto che era rimasto tale ed aveva restituito la somma vinta.