Il ritorno della gatta

 

 (Giovanni Volpon)

 

 

 

 

 

Molly è una gatta multicolore (bianco-grigio-marroncino) di circa due anni di età abituata alla classica vita della gatta d’appartamento tra sonnellini sulle poltrone ,sui tappeti  e su qualsiasi cosa abbia consistenza morbida o morbidosa, spuntini quando ha fame, coccole e fusa quando si sente ispirata . Le persone che vivono con lei (usare la parola “padrone “ per un gatto è un controsenso ,in quanto il gatto è  padrone solo di sé stesso e per questo tanto ammirato,coccolato  invidiato o disprezzato a secondo dei punti di vista) la trattano bene, accettano nello spirito di convivenza questi lati della sua indole e non le fanno mancare nulla che possa rendere agevole la sua esistenza tra le pareti domestiche.

Molly è una gatta soddisfatta, ma una mattina di inizio primavera trova la porta dell’appartamento semiaperta, scende le scale,va in giardino, attraversa la strada e va nel cortile del condominio prospiciente.

I suoi diciamo coinquilini, due anziani coniugi di circa settantacinque anni, non avevano cambiato atteggiamento nei suoi confronti nei giorni precedenti ,anzi la gatta contribuiva in parte a rendere più leggera la monotonia delle giornate che i due passavano da soli. I due coniugi , di nome Angelo e Bianca, avevano un figlio ed una figlia con rispettive mogli e nipoti che li venivano comunque a trovare ma non con la frequenza che i due si aspettavano . Comunque Molly andava d’accordo con figli nuora ,genero e nipotini. Non era cambiato nulla nelle persone che riteneva facessero parte del suo mondo, ma probabilmente qualcosa in lei era scattato in modo tale da far prevalere la sua parte selvatica ,esploratrice e cacciatrice sulla parte di cucciolona e giocherellona.

Le espressioni e gli atteggiamenti dei gatti oscillano sempre tra questi due aspetti della loro personalità ed è questo che li rende imprevedibili e poco convenzionali ,in sintesi interessanti. (tale almeno è l’opinione di coloro le/i quali convivono con uno o più di queste affascinanti, misteriosi e sorprendenti esseri )

Probabilmente Molly aveva ritenuto opportuno, dopo due anni, cercare di conoscere anche quella parte del mondo che  vedeva dai davanzali delle finestre e dalla sommità dei balconi .

Fu il loro figlio più grande Arturo a notare che Molly non era più in casa. Un martedì nel passare dalla casa degli anziani genitori, si accorse che la gatta era scomparsa .Angelo e Bianca non se ne erano avveduti anche perché non era insolito che la gatta stesse per conto suo per parecchie ore facendo la sua comparsa improvvisa in questo quell’angolo della casa,

Bianca era assai dispiaciuta e si chiese, con un filo di tristezza dove fosse l’amata gattina mentre Angelo cercò di rassicurarla sul ritorno a casa in tempi brevi .

Arturo, che per non far rima col nome non era per niente un duro (per fortuna) rassicurò gli anziani genitori che avrebbe cercato di rintracciare Molly coinvolgendo nella ricerca anche la sorella ed i rispettivi figlioli.

Ma i gatti che non si vogliono far trovare non si trovano! La ricerca della gatta durò in modo intensivo da parte di tutto l’entourage familiare per circa dieci giorni. Venne  cercata in tutti i giardini condominiali dell’isolato e degli isolati vicini, nel giardino della vicina scuola elementare e persino nel parcheggio dell’adiacente ipermercato, ma senza alcun successo . Molly sembrava essersi  volatilizzata. Ma dal suo punto di vista l’allontanarsi da casa non voleva essere un segno di mancanza di affetto o di riconoscenza nei confronti degli esseri umani con i quali condivideva tempi e spazi nei momenti in cui lo desiderava.

Che volesse mettere alla prova il lato selvatico ed esploratore della  sua personalità che veniva fortemente soppresso dentro le mura di un pur confortevole appartamento ?

Finora la vicenda di Molly (la scomparsa da casa ) è stata descritta dal punto di vista degli “umani” vale a dire di persone affezionate ad un essere chiamato, in modo estremamente riduttivo e per certi versi improprio,  animale con il quale condividono tempo, spazio ,gioco, e scambio di manifestazioni di simpatia, riconoscenza ed affetto se pur con codici comunicativi sonori e gestuali differenti.

Proviamo a considerare la vicenda  dal punto di vista della gattina .

Già la prima serata si era dovuta confrontare con la necessità di trovare riparo da un temporale.

Superò brillantemente la prova rifugiandosi nell’androne di un vicino condominio .Il suo folto pelo bianco  screziato di grigio in due tonalità era stato una protezione sufficiente anche per la temperatura che si era abbassata ,Il fatto di essersi sdraiata sul lastricato invece che sul pavimento non comportava alcun disagio.

A dire la verità, Molly ,non essendo abituata ad uscire di casa, non riconosceva le tracce del suo odore che la potevano guidare al ritorno verso un posto a lei noto . La mattina successiva esplorò gli angoli e gli anfratti del condominio compresi box , cantine ,vano pattumiera e vano caldaie allo scopo di trovare un angolo che le andasse a genio.

All’uscita dei bambini che si recavano chi alla scuola materna,chi alla scuola elementare, Molly cercò rifugio sotto la siepe del condominio sia perché non apprezzava molto la caciara ,sia perché delle persone sconosciute costituivano per lei qualcosa da cui guardarsi.

La siepe fu guadagnata non appena un simpatico frugoletto mezzano di scuola materna con la voce acuta e  con tono di meravigliata sorpresa tipico dei bambini della sua età disse alla mamma che lo stava accompagnando  -“Mamma, mamma ,guarda un  micio”-

Alla gatta bastò udire il tono garrulo della voce del bimbo per guadagnare il rifugio con la corsa –salto tipica dei gatti in fuga.

Rimase nascosta con il pelo appoggiato sul terreno umido la cui umidità veniva accentuata ancor di più dall’ombra della siepe di bosso e guadagnò l’erba  ancora rorida di pioggia del prato circostante in un momento che le pareva tranquillo. Si guardò intorno con attenzione e curiosità prima e con lieve preoccupazione poi domandandosi tra sé dove si trovasse. Il luogo non aveva né odori né contorni né immagini che le fossero familiari e questo causava in lei un certo senso di disorientamento che venne accentuato dai primi languori dello stomaco. Non c’era nei paraggi nessuno su cui strusciarsi sollevando le zampe anteriori ed accennando ad un miagolio per far capire che aveva voglia di mangiare. D’accordo , aveva riserve sufficienti di grasso accumulate nel corso degli ozi domestici intervallati da attività fisica saltuaria consistente in corse per il corridoio ,salti sui mobili e sui balconi, rincorse a palline varie, srotolamento di gomitoli etc, ma non era abituata a periodi di mancata assunzione di cibo più lunghi di otto ore. L’istinto di cacciatrice sopito dagli agi domestici le fece rivolgere la sua attenzione nei confronti di vari uccellini che passavano e si posavano nei dintorni. Tentava con le classiche mosse del gatto la loro cattura (posa , movimento sculettante delle gambe posteriori e balzo felino), ma diversi tentativi si erano rivelati purtroppo infruttuosi . Al terzo giorno di permanenza nel condominio si avventò su alcuni avanzi di cibo che erano caduti dal sacchetto dei rifiuti . Non le sembrò il caso di fare la schizzinosa e li mangio. . Riuscì a resistere non più di dieci giorni nascondendosi tra gli anfratti del condominio e sotto la siepe approfittando degli avanzi che ogni tanto trovava vicino al vano dell’immondizia ,ma quello che riusciva a mangiare era veramente poco. Tentò anche di mangiare un po’ di cibo per gatti che veniva lasciato ogni tanto da una signora appena all’interno del cancello di recinzione del giardino per alcuni gatti che si aggiravano nei dintorni, ma dovette fare i conti con l’aggressività di un gatto europeo e di un soriano che la aggredirono quando la videro avvicinarsi al cibo.

La vita di strada è molto dura per chi non è abituata e Molly pensò tra sé che forse per lei non era il caso di intraprenderla anche perché ebbe l’impressione che i rapporti coi suoi simili non fossero così facili. Meglio aver a che fare con gli umani

All’undicesimo giorno andò nel cortile della vicina scuola materna  ed i bambini nel vederla erano molto contenti, ma non era così per lei in quanto i bimbi manifestavano le loro meraviglia e la loro contentezza nel vederla in modo per lei troppo rumoroso e chiassoso.

Solo una graziosa bimbetta coi capelli ricci e crespi  scuri acconciati con le treccine che tradivano la sua origine africana riuscì ad avvicinarsi a Molly perché aveva una voce di tonalità molto dolce e perché le si rivolgeva con aggettivi e vezzeggiativi pronunciati con un tono che tradiva la piacevole sonorità nel parlare accompagnata dal sorriso tipica della sua terra di origine (la bimba era di origine senegalese).

Un pomeriggio la gatta seguì la bambina e la mamma che era venuta a prenderla all’asilo .

La bambina se ne accorse e chiese a sua mamma se poteva portare a casa la gatta .

La mamma le rispose -“I gatti sono animali liberi. Non devi essere tu a cercare loro, ma loro a cercare te. Può darsi che la gatta ti stia seguendo perché cerca la sua casa e  non riesce a trovarla”-La mamma della bimba aveva capito tutto. ! La piccola chiese “ Posso almeno salutarla?  Risposta della mamma -“Sì certo, però bisogna vedere se lo vuole lei.

Che sensibilità dimostrava la mamma di Nacy……. E poi quanto capiva e rispettava lo spirito di libertà ’ degli esseri viventi. La cultura del suo paese di origine  era ancora presente in lei (per fortuna). Molly si lasciò avvicinare ed accarezzare da Nacy…….che disse “Mamy, accarezzala anche tu. La mamma di Nacy la accarezzò e nell’accarezzarla notò che la gattina all’interno dell’orecchio sinistro aveva tatuato un numero e delle lettere.

Lo fece presente alla bimba dicendo “Vedi, questa gatta ha tatuato un numero e delle lettere dentro l’orecchio. Vuol dire che non è randagia. Possiamo aiutarla portandola a casa di chi la sta cercando. Dal tatuaggio possiamo risalire ai suoi padroni.

La mamma di Nacy era laureata in biologia anche se da quando era in Italia lavorava come collaboratrice domestica.

 Telefonò al Distretto Veterinario e nel riferire il numero e le lettere  riuscì a risalire all’indirizzo di Angelo e di Bianca.

Disse , la gattina sta vicino, portiamola da chi la sta cercando :Va bene mamy disse la bimba con un filo di tristezza (si era affezionata alla gattina)

Suonarono al campanello e rispose Angelo in modo gentile “Cosa c’è signora ? Signore , ho con me la sua gattina. Angelo scese velocemente (per quanto gli permettevano gli acciacchi dell’età) e vide la gattina in braccio a Nacy……

La bimba disse “La mia mamy ha detto che dovevamo portarla a casa di chi la cercava .

Angelo rimase colpito dalle parole della bimba nel prendere in braccio Molly  ringraziò  la signora e la bimba e le fece salire in casa .

Chiamò Bianca e le disse “Guarda à tornata Molly” .Anche Bianca accarezzò la gatta prodiga ed offrì alla bimba e alla madre una bibita fresca dicendo “Grazie, grazie tante noi siamo contenti che sia di nuovo a casa .Nel .Bianca si accorse che la bimba aveva abbassato lo sguardo ed aveva una lacrimuccia sugli occhi e le chiese perché piangesse Nacy rispose “L’abbiamo portata qui perché me lo detto mamy , ma io volevo portare la gatta a casa “Angelo e Bianca si guardarono negli occhi sorrisero e dissero in coro “Puoi venirla a trovare se vuoi, siamo contenti quando ci viene a trovare qualcuno e pensiamo che sia contenta anche Molly.