Game over

 

 (Giovanni Volpon)

 

 

Guglielmo era un single di circa quarant’anni. Fino a qui non c’è niente di strano .Non è nemmeno strano il fatto che fosse un single così detto di ritorno (esperienza matrimoniale fallita ma, fortunatamente, senza seguito di figli su cui scaricare le frustrazioni, le insoddisfazioni, le tensioni ed i rimorsi di un matrimonio andato a male come una bottiglia di Cabernet Russiz lasciata aperta per qualche settimana e poi diventata aceto).

Si era sposato all’età giusta ( trent’anni o su e giù di li) con una ragazza di ventotto anni di nome Aurora, una donna veramente piena di luce come il  suo nome.

Per sfortuna di Aurora, Guglielmo  era un tipo lunatico ed umbratile. A volte ,nel matrimonio il contrasto tra due temperamenti opposti funziona se ne deriva la sintesi di hegeliana memoria. Nel caso di Guglielmo ed Aurora si era rimasti alla contrapposizione tesi –antitesi con sintesi separazione.

Aurora, una biondina con gli occhi azzurri , callipigica ,  rapinosa  e splendida   , lavorava come commessa in una importante libreria del centro .

Guglielmo si occupava di  consulenza del lavoro ,con particolare riguardo alla sicurezza  degli ambienti per conto di una società a rilievo nazionale.

Nel suo lavoro nulla da dire, per carità. Era preparato, competente ,efficiente ,scrupoloso ed anche cortese coi clienti nonché rispettoso coi superiori. Trooppo giusto direbbe qualcuno!. Purtroppo ,(come diceva Liedholm per Di Bartolomei, compianto capitano della Roma di Falcao e Pruzzo) nessuno è perfetto e neanche lui correva, come il povero Dibba.

Con la povera Aurora andamento lento con poco brio con tendenza allo statico. Se nell’ambiente lavorativo era il dr. Jeckill, a casa era mister Hyde. (o viceversa, dipende se uno reputa migliore il dr.Jeckill  o Mr. Hyde)

Nonostante Aurora fosse una donna davvero splendida, ricca di piccole,medie  e grandi  attenzioni nei suoi confronti, Guglielmo ,dopo i fasti post- matrimoniali dei primi due anni,prese la nefanda abitudine di dedicare  sempre meno tempo a lei e sempre più tempo al suo computer. I fine settimana meno o più romantici, le cenette intime, le mostre d’arte e gli spettacoli, le passeggiate al centro, gli happy hours, gli incontri con amici o le amiche comuni erano,progressivamente, diventati prima  qualcosa di remoto fino a scomparire . Guglielmo sottraeva sempre più tempo a ciò che contribuisce a dare all’esistenza di ognuno di noi qualcosa di piacevole da vivere al momento e da ricordare con  nostalgica soddisfazione e soddisfatta nostalgia . Sì,si,  aveva proporzionalmente ridotto anche il sesso il meschinetto! Era passato progressivamente dai tuoni , fulmini e  saette, al metodo  contraccettivo sanpaolino (zero assoluto, per i pochi che non lo sanno) più sicuro per evitare gravidanze (in) desiderate passando attraverso il noioso sabato(o venerdì ,dipende se si parla di Inghilterra, USA.o Germania ) sera anglosassone di prussiana e vittoriana memoria.

Aurora ,per qualche tempo, essendo una donna dolce,affettuosa e innamorata, aveva cercato in vari modi di rompere le barriere dell’isolamento che Guglielmo si era creato immergendosi sempre più dentro la dimensione virtuale del computer, ma non era riuscita, malgrado i diversi tentativi, nell’intento.

A causa delle discussioni, poi diverbi, degenerati in  dissapori e poi in  litigi con cadenza prima settimanale,poi giornaliera, poi quasi oraria (nel tempo dopo il lavoro, si intende) il loro matrimonio  era arrivato a  ciò che in gergo cinematografico si chiama dissolvenza.

Aurora , una donna ma non una santa (giustamente) non gradiva la prospettiva di passare la sua vita con un uomo che navigava in Internet immergendosi nei vari giochi, giochini ,gioconi e giochi di ruolo trascurandola in tutto , per tutto e dappertutto.

Aurora era perfettamente conscia di non meritarsi di vivere con un uomo che profondeva  testa , cuore ed energie sulla tastiera e sul mouse dell’ (in) utile idiota che occupava il suo spazio (e la mente di Guglielmo) su un tavolino color noce chiaro

Aurora se ne era andata in cerca di miglior compagnia (per la cronaca l’aveva trovata ) e lealmente aveva informato Guglielmo che accolse la notizia in modo troooppo anglosassone (non una reazione, non un commento ,non un tentativo di dialogo) dicendo solo: “Va bene, ciao, chiudi la porta e non mi disturbare! Risposta da internauta interdetto con tratto cyber psicotico!!

La fine di un amore prima e di un matrimonio poi salutata con fredda indifferenza e con indifferente freddezza.

Si era in poche parole trovato in compagnia di sé stesso, del suo lavoro e del suo computer. (per la precisione aveva voluto e aveva fatto di tutto e di più per trovarsi, in questa situazione.)

Pare che ciò non lo avesse sconvolto, agitato, turbato o preoccupato.

Non si era sentito nemmeno tradito, ferito ,amareggiato o deluso.

Dal punto  di vista emozionale anestesia totale.

Dopo il lavoro una corsa al supermarket, l’acquisto di ciò che gli era strettamente necessario per una cena veloce (prevalentemente piatti rapidi tipo minestre, risotti pronti, precotti , post –cotti e quasi cotti vari, talvolta il pane  e bevande non alcolico) perché al mattino colazione al bar ed al lavoro pranzo frugale in mensa e poi vai col computer e le suoi potenziali e potenti fonti di progressivo indementimento se prese in dose massiccia e continuata, come faceva Guglielmo.

Non era ancora giunto all’apice di tossico computer –dipendenza di quel giapponese che viveva (?!) in casa attaccato al computer e che non era uscito dalla sua stanza per 23 giorni consecutivi ordinandosi anche il cibo per via telematica Si presuppone avesse. anche l’odore di una mandria di dromedari (l’articolo non specificava se andasse in bagno a lavarsi o per altre necessità, ma si suppone di no). Strano (o forse non sconvolgente) che nessuno dei suoi familiari non se ne fosse preoccupato, sarà per l’orientale riservatezza e discrezione ….o altro. Propenderei per altro…! Quando finalmente il padre si accorse di non aver visto Hiroshi (nome di fantasia, perché non rammento il nome e perché non ricordo se il nome fosse stato citato) per più di tre settimane, entro’ con discrezione nella stanza e si trovò davanti cumuli di sporcizia, deiezioni ed altro nonché uno zombie che si cliccava sul naso e che si lamentava che il computer non si accendeva.

Si preoccupò (meglio tardi che mai) e lo fece ricoverare in un centro per la disassuefazione dai disturbi da computer-dipendenza.

Adesso ce ne è uno anche a Torino, siamo ridotti  (o ci siamo/hanno ridotti) davvero male!!!

Era su quella china, ma non aveva (almeno del tutto,secondo gli esperti del settore) raggiunto il punto di compromettere la sua attività lavorativa (c’erano ancora speranze secondo alcuni esperti del settore e poi Guglielmo abitava a Novara e Torino non era lontana ). Dormiva poco, mangiava male, era un asociale, ma, a parte questo nessun problema (punti di vista neh, s’intende!) Una sera di venerdì verso mezzanotte nella navigazione su internet che lo stava conducendo alla follia, (era sull’orlo del baratro,ma non era ancora precipitato) dopo aver navigato ed essersi cimentato in giochini vari (le chat e face-book non lo interessavano, era un solitario ed un asociale anche dal punto di vista telematico) cliccò su un gioco di ruolo nel quale si assunse il ruolo del principe azzurro che doveva liberare la principessa dall’orco cattivo che la teneva prigioniera nel castello . Guarda caso la principessa era bionda e con gli occhi azzurri e per un attimo nella sua mente ottenebrata da bytes, files,cliccate di mouse ed altro la vista di questo personaggio in grafica tridimensionale gli aveva (forse) fatto riemergere, in un barlume che aveva aperto la porta dei ricordi, l’immagine di Aurora

Gli web designers sono molto bravi a creare immagini che si avvicinano alla realta’.!

In una sorta di parossismo provò più e più volte ad iniziare il gioco, ma trovava sempre degli ostacoli che gli rendevano difficile avvicinarsi al castello e a liberare la principessa (trasposizione inconscia di un sopito desiderio risvegliato da una immagine virtuale?) Sta di fatto che provò decine di volte, in un crescendo ossessivo , ad arrivare alla porta della torre del castello dove era prigioniera la principessa. Il tempo trascorreva , passò tutto il sabato e la domenica nel tentativo. Intanto le dita tremavano, il polso accelerava la frequenza, il respiro diventava più affannoso, era scosso da tremori agli arti inferiori e il volto era imperlato di sudore madido. Non aveva né mangiato né bevuto né riposato .Quasi quarantotto ore filate al computer, non era mai successo!

Arrivò alle due del lunedì mattina alla porta della torre e doveva affrontare ancora i due guardiani che impedivano l’accesso. Ne affrontò uno con successo, mancava il secondo.

Stava quasi per farcela, ma il guardiano era riuscito a fermarlo sull’orlo della porta di legno oltre la quale si trovava la principessa..

Il capo di Guglielmo crollo’ di colpo sulla tastiera del computer ed il suo cuore cessò di battere mentre appariva la scritta giallo –oro lampeggiante sullo schermo del computer.

GAME OVER!!

Il tutto accompagnato da una risata sardonica e da una sonoro che ricordava vagamente i Carmina Burana!