Figli miei

Camillo De Milato


Ieri pensavo cose tristi,
a quando, come frecce scoccate,
vivrete la vostra vita,
lontano da questa casa,
lontano da me.

Ieri mi sentivo perso,
a pensare il mio vuoto
se il filo che vi unisce alla vita
possa rompersi prima del mio.

Siete della mia vita
gioia del passato,
l’orgoglio del presente,
conscio del miracolo del dono
di chi ha tanto ricevuto.

Non ho modelli di perfezione
da scambiarvi o fare riferimenti,
voi siete più di ciò che io meriti,
di ciò che io aspiri.

Per questo, mi pento del mio egoismo,
nemico della vostra libertà e felicità.
E con amore sofferto vi dico:
volate senza la mia gabbia,
nuotate senza le mie reti.

Il mio augurio più bello
non è ricchezza o fama,
ma di avere l’essenza dalla vita:
di generare gioie simili a voi.

Non mi sentirò né triste né perso,
ma dovunque andiate, vi benedico!
Come io sono stato benedetto
della vostra esistenza.
Vi voglio bene!