Storia di due lettere

 

 (Giovanni Volpon)

 


 

 

  

Aldo e Serena erano due dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Verona e avevano deciso di prendersi un periodo di vacanza di una settimana sulle nevi della Val di Fiemme per approfondire la reciproca conoscenza non solo come colleghi di lavoro (si conoscevano già molto bene da questo punto di vista e si stimavano molto lavorando a stretto contatto di gomito,ma non solo ….) La vacanza era stata colta da entrambi per l’allargamento della conoscenza dei loro ’orizzonti nel tempo ,dello spazio e del corpo (per la serie vacanza all’insegna delle tre esse –sole, spumante e….) La terza esse non sta per sport ,anche se la Val di Fiemme è nota per essere un importante centro per lo sci di fondo. …

 D’altronde erano due giovani single circa trentenni e non c’è nulla da dire sotto questo io punto di vista…. Nessuno può trovare qualcosa da ridire sulle nascenti storie d’amore nella città di Giulietta e Romeo (e di Serena e Aldo nello specifico).

Si occupavano di un settore abbastanza delicato come quello della ricerca delle imposte sfuggite al fisco (IVA in particolare) ed avevano tra l’altro l’ingrato compito di convocare contribuenti parzialmente inadempienti per far versare ciò che era stato sottratto al fisco. In una provincia dove splende il sole delle Alpi e dove pagare le tasse per certe categorie di persone è quasi un disonore non è compito molto facile,a dire la verità .

I due erano poi di origini non venete (romano Aldo e napoletana Serena) anche se svolgevano il compito con scrupolosa efficienza ed efficiente scrupolo :mitigavano l’ingrato ruolo cui erano preposti con le caratteristiche tipiche delle loro città di provenienza ,vale a dire la bonaria ironia , l’affabilità e la cortesia comune ad entrambi. Era molto difficile che un contribuente uscisse dal loro ufficio adirato o che li rimproverasse per essere stato trattato in malo modo.

Gli improperi alla “Roma ladrona e magna schei dei noantri che laoron” erano pane quotidiano, ma Aldo con sapida ironia romanesca rispondeva immancabilmente “Roma sarà anche ladrona come dice lei ma Verona a volte è un po’ briccona, niente di personale, sia chiaro,anche se so’ rromano dde Rroma per la precisione trasteverino per parte di padre e gianicolense per parte di madre… (era una frottola colossale perché suo padre era di Velletri e la madre originaria di Cassino) ma citava a bella posta zone di Roma che potevano essere conosciute. Un piccolo tocco di benevola paraculaggine! 

A volte questa considerazione smorzava la tensione  ,mentre più spesso dava la stura ad altre lamentatio in serie. Aldo puntualmente spiegava con dovizia di particolari anche le modalità per fare ricorso citando una compilation di decreti legislativi, circolari, ordinanze che aveva sul malcapitato l’effetto più stordente di tre bicchieri di Soave ,Valpolicella, Recioto , Bianco di Custoza   Bardolino. Amarone – dipende dalle preferenze enologiche individuali-   .

Serena in queste  circostanze era facilitata anche dal suo aspetto (era una bella mora con i capelli corvini e gli occhi scuri, sorriso smagliante con denti splendenti all’interno di una bocca con labbra carnose accompagnati da quel che si dice “un bel personale” ,in poche parole una bella dotazione di curve strategicamente ben piazzate).

Scuoteva la chioma fluente, sbatteva le ciglia , accennava ad un sorriso e con voce dolcemente flautata e flautatamente dolce diceva “ Mio caro signore (con gli uomini funzionava meglio) mi  creda, sono veramente dispiaciuta nel doverle dire che deve X euro al Fisco ,ma le consiglio di rivolgersi al mio collega  Dr Orsini  ( Aldo per la cronaca, che lei  chiamava babbà o zuccherino nei momenti intimi ) che le fornirà tutte  le informazioni necessarie per preparare il ricorso . Per qualsiasi chiarimento, nei prossimi giorni mi chiami pure. Sono la Dr.ssa  Cafasso, ma chieda pure di Serena interno 424 . Buongiorno signore!

 

Lei sapeva già che il Dr Orsini avrebbe citato articoli legislativi in serie . A Napoli si dice “nu poco fetente”.Ma in napoletano fetente non significa maleodorante, bensi birichino,monello Già da questo si capisce come due persone così potessero andare d’accordo e d’amore!

 

.Aldo non aveva propriamente un fisico da palestrato ed ipervitaminizzato. Aveva un aspetto diciamo normale. Era di statura media tendente al basso (un metro e settanta) con la carnagione scuretta discretamente proporzionato e non aveva l’accenno di pancetta nonostante fosse una buona forchetta ed un discreto bicchiere. I capelli erano castani lunghetti il giusto e gli occhi marroni chiari con una fronte spaziosa ed il sorriso che formava gli infossamenti sulle guancie. Non era come George Clooney o Brad Pitt (per citare due di belli), ma riusciva ad apparire interessante quando parlava essendo dotato di grande loquela, di un tono di voce profondo  (parlava di tutto, su tutto e  con quasi tutte/i ) e di un notevole senso dello humor

Prima di partire per la settimana bianca delle tre “esse” (si erano dedicati con impegno e fantasia soprattutto alla terza esse senza limiti e confini ,vale a dire più ci allontaniamo e più ci ritroviamo più vicini, come dice una nota canzone di Battisti) e memori del detto di un grande saggio ,cioè Enzo Biagi (che avrà probabilmente copiato, ma va bene cosi ) che “ il sesso non vuole pensieri”, si erano preoccupati di non lasciare problemi fluttuanti in ufficio. La loro intenzione era (giustamente) di fluttuare e navigare in altro modo lasciandosi ogni preoccupazione alle spalle!

 

In particolare avevano lasciato indicazione alle loro collaboratrici  ed al loro collaboratore l’incarico di  spedire alcune lettere di accertamento per importi di IVA non pagati ed avevano caldamente raccomandato di dare la priorità all’invio di un accertamento per una somma di circa 30000 euro (quisquiglie pinzillacchere come diceva il buon Totò) ad un non contribuente di …. (omissis). In tal caso la fase accertativa era importante sia per l’entità della somma sia per l’eventualità di invio (in burocratese stretto trasmissione) degli atti alla Guardia di Finanza .

Il primo  lunedì di lavoro, dopo aver brevemente raccontato la loro vacanza tra gli abeti  ed i larici della Val di Fiemme (senza scendere in particolari piccanti, sapendo che la fantasia un po’ perversa e con un poco di malcelata invidia della parte femminile dell’ufficio bastava e sopravanzava) chiesero alle impiegate e all’impiegato se avessero provveduto a spedire le lettere per gli accertamenti ed a predisporre la documentazione .

Cominciò tra le due impiegate, di nome Genoveffa e Pamela un antipatico ed inconcludente   gioco al palleggio delle responsabilità su chi doveva fare che cosa che le impegnò per circa mezz’ora . Le due condividevano alcuni principi base sul lavoro:

1-il modo migliore di fare qualcosa è farlo fare ad un ‘altro/a

2- Non faccio questo non è di mia competenza

3-chi non fa non sbaglia

4-Se hai commesso un errore, devi trovare il modo per dare la colpa ad altri

Un fulgido esempio di spirito di collaborazione e di servizio al cittadino!

Alla loro accidia lavorativa,le due univano una spiccatissima propensione alle ciacole ed alle maldicenze.

Come la cipollina nel Martini –cocktail di hemingwaiana memoria, erano per giunta racchiose oltre il sufficiente (non è galante descriverne la bruttezza per cui omissis) con acidità d’animo con  ph pari a quello dell’acido solforico.

Erano inoltre affette da sindrome orchidoclastica ed ornitopenica, poarete. Vale a dire no le ghe aveva lo sposo e gnanca ‘el moroso ,ciò !

Due vere megere al cubo, tanto per intenderci anche se entrambe avevano meno di quarant’anni (trentasette Genoveffa e trentacinque Pamela il cui nome di battesimo  era quello della moglie del fratello buono di Dallas, fatto di cui suoi genitori , fanatici spettatori di uno dei primi serials di Canale 5, si compiacevano).

Per la serie,le dis-grazie non sono mai sole, ma spesso in serie!

Lo dovevi fare tu- disse Genoveffa- No tu ribatte’ Pamela . Ma io ho fatto questo mentre tu non hai fatto l’altro….e tante amene facezie sullo s-cario di responsabilità che si sarebbe potuto risolvere semplicemente dicendo: _” Me ne sono dimenticata accidenti,scusate. Le due arpie si trovarono però unite nello scaricare  la colpa sull’altro impiegato ,il buon Tommaso si San Giovanni Lupatoto che si doveva suo malgrado sorbire le esternazioni e le malignità su colleghi e colleghe delle sue colleghe. Tommaso ascoltava saggiamente con il terzo orecchio ,quello che suo nonno diceva- Xè  quel par le monade (trad. sciocchezze)- e si concentrava sul lavoro. Questa volta ,forse perché vittima di una notte insonne causata dalla febbre ,dai pianti e sai lamenti del suo bimbo di tre anni, il buon Tommaso sbottò e con termini poco garbati mandò a quei  paesi e a quelle città le sue colleghe ed uscì dall’ufficio sbattendo con vigore la porta non prima di aver scaraventato sul pavimento alcune pratiche che stava esaminando . Una classica esplosione di collera del buono di turno che non era santo!

Nel corridoio incontrò Serena che , vedendolo alterato gli chiese cosa fosse successo e Tommaso spiegò che le sue  due  colleghe lo avevano incolpato di una mancanza non commessa e che lui aveva sbottato Serena gli disse -“Tomma’ , lo so bene che quelle due farebbero perdere la pazienza a chiunque. Oggi hai nu’ poco esagerato, ma ti capisco. Prenditi mezza giornata di ferie , è il momento giusto. Cercherò di farle lavorare nu’ poco di più ,accussì nun dicono e nun fanno fesserie: E’ la punizione che si meritano.  Vai a casa e saluta moglie e ‘a criatura”-.Tommaso ringrazio’ Serena e la salutò dicendo “- Grazie dottoressa Cafasso, ma sa ero preoccupato per il pupo ed ho reagito in modo eccessivo . Mi scusi, ma non succederà più –“. Serena che lo conosceva disse “-Vva bbuono, nun te preoccupà,ma prima di fare ‘a piazzata ti potevi andare a bere ‘nu cafè . Statte accuorto però, mi raccomando! Serena sapeva che Tommaso era ,a volte,impulsivo D’altro canto  riconosceva con onestà di aver sbagliato e , passata la tempesta, tornava in poco tempo ad essere una persona garbata ,gentile e disponibile. In fondo, pensava, anche  qualche uomo del Nord-Est ha in sé qualcosa di napoletano e ciò la induceva ad essere indulgente nei suoi confronti

Serena era tanto carina  gentile e comprensiva  con le persone che le andavano a genio (Tommaso era tra queste) .quanto pungente ed al limite della stronzaggine con chi non le andava a genio come le due racchione di Borgo Trento per l’appunto.

Senza accennare minimamente al dialogo con Tommaso, si recò in ufficio e disse alle due impiegate, -Vi chiedo la cortesia gentili signore (un po’ di perfida ironia e di ironica perfidia) di preparare le pratiche dei contribuenti di via Monte Ortigara e via San Leonardo(guarda caso le vie del quartiere Borgo-Trento dove abitavano le due) .Per lei Genoveffa dalla A alla L e per lei Pamela dalla M alla Zeta. Dobbiamo fare un’analisi randomizzata su un campione e fornire alla Guardia di Finanza lo stesso per indagini .

Come tocco di perfidia ulteriore, aveva fatto in modo che Genoveffa estraesse la pratica di Pamela (che di cognome faceva Badolato) e che Pamela estraesse la pratica di Genoveffa (che di cognome faceva Tosetto). Nu’ poco fetente….

Il campione non era proprio randomizzato secondo i criteri, ma queste sono pinzillacchere come diceva il buon principe Antonio De Curtis in arte Totò.

-“Mi raccomando ,voglio il tabulato dei nominativi completo di dati anagrafici ,attività lavorativa e codice fiscale per oggi  pomeriggio prima delle 17.00. Portate anche con la lettera di cui vi parlammo la settimana scorsa .Se non l’avete ancora scritta fatelo. Si tratta solo di copiare dal computer per far mettere una firma .Stavolta non voglio scuse,anche perché Tommaso non vi può aiutare perché è in permesso per assistere il figliolo malato e mi pare di ricordare che avessi incaricato Pamela, ma evidentemente signora Badolato, ha avuto altro da fare a quanto pare. (anche acidella la bella Serena…). Usava l’italiano quando voleva essere formale, perché era assai difficile che con persone a lei gradite non uscissero espressioni in dialetto napoletano

 

Ovviamente riferì ad Aldo la faccenda ed Aldo, non prima di aver colto l’occasione per un abbraccio prolungato  e qualche bacione , commento’ “-Serena , sei fantastica quando fai così! L’unico modo per rendere inoffensive per un po’ quelle due megere è farle lavorare. Se sei d’accordo ,mi incaricherò personalmente di sorvegliare che il lavoro venga svolto come si deve….

Serena ricambiò abbracci e bacioni aggiungendoci anche un paio di coccole e qualche carezza  per gradire -Aldo gradiva, eccome- e disse ad Aldo “-Gioia mia, tu ssi nnu babbà ,ma sto sicura che nun le tratterai a coccole e baci accussi come faccio io! So che sarai fetente e scassaquallere (trad. rompiscatole) quanto basta e avanza.Stasera ci vediamo a casa mia. Ho in mente di preparare dei paccheri alla sorrentina: tu porta il vino . Aldo replico -“Amo’,me fai sognà prima, durante e soprattutto dopo i pasti….  (inutile precisare che sottolineò il concetto di dopo i pasti)-“.

  E Serena -“Tu ssi nu poco scostumato, dotto’,ma me piaci accussi!

Inutile dire che cena e dopocena furono all’altezza delle reciproche aspettative (Serena era anche un’ottima cuoca oltre ad essere focosa, appassionata e vulcanica come amante per la serie l’aperitivo metteva sulla rampa di lancio, la cena accendeva i razzi  ed il dopo pasto mandava in orbita) e che la mattina successiva i due si presentarono al lavoro con buona predisposizione d’animo nei confronti dell’umanità’. Aldo , il pomeriggio precedente pensando più alla serata con Serena che al lavoro ,si era scordato di controllare il lavoro delle due racchione  . Appena entrato in ufficio si rivolse alle due impiegate  dicendo -“Oh belle donne delle Grazie alunne, avete completato il lavoro che la Dr.ssa Cafasso vi ha ier ieri affidato?” –

Inutile dire che le due impiegate non gradirono né il tono scanzonato né, tanto meno , il modo non proprio velatamente ironico con cui si era loro rivolto e risposero in modo non proprio garbato pur senza essere scortesi.

-“Dr. Orsini –replicò Pamela alquanto stizzita – non mi piace che si rivolga a noi facendo lo spiritoso, dovrebbe essere un po’ piu’ serio , ma è ancora giovane ed ha tempo per impararlo. Comunque sia la lettera l’abbiamo scritta, ma l’elenco non è ancora pronto perché il toner della stampante si è esaurito, e come sa ci vuole la richiesta firmata da un responsabile…

Aldo ,per forma mentale ,detestava profondamente le persone che si complicavano la vita per questioni di poco conto. Ribattè in modo abbastanza seccato: “-Gentile signora, se il toner è esaurito, non vuol dire che non si possa scrivere . SI può inviare il documento ad un altro computer che non ha il toner esaurito no? E che c…..o , si fa sempre delle paranoie per delle stronzate li mortacci sua, di su’nonno e dei suoi parenti tutti . Lo mandi via mail alla sua collega dirimpettaia sperando che il toner del suo computer non sia esaurito. Mi dia il modulo  per la richiesta del toner, lo firmo subito li mortacci … E metteteve a lavorà che è ora artrimenti era Renatino se arrabbia !”-. (Quando Aldo parlava in romanesco, anzi in trasteverino, sul lavoro  voleva dire che stava per sbottare) : Tommaso prudentemente si presentò’davanti ad Aldo e lo salutò “Buon giorno Dottor Orsini . Aldo ricambio’ il saluto e chiese “ A Tomma’ come sta er pupone tuo? “ _ Meglio grazie, dottore Non ha più la febbre, ma sa come sono i bimbi piccoli… .

-“E si, ce vole tanta pazienza,ma non quanta come con ‘ste ddu morte de sonno delle tue colleghe. Aspettame ddu minuti che c’annammo a pija un caffè . Prima sistemo la faccenda con le tue colleghe -“ Va bene, dottore la aspetto! Replicò Tommaso

Aldo sistemò la faccenda con un paio di urlacci con tono da baritono  e un paio di esclamazioni in romanesco (Ah impunite,ve pijasse ….) e andò’ a bere il caffè con Tommaso alla macchinetta del piano terra  dopo esser uscito dall’ufficio dicendo -“E non vi passi dal pianerottolo dell’anticamera del cervello di farlo fare a Tommaso, che ne ha già abbastanza di cose da fare, altrimenti mi arrabbio , ma davvero !-”.

Aldo aveva invitato Tommaso a bere il caffè non solo per un atto di cortesia , ma anche per salvarlo dalle  geremiadi che Pamela e Genoveffa avrebbero rivolto all’incolpevole Tommaso .

Tommaso ringraziò Aldo sia per il caffè sia per avergli dato qualche minuto di requie e disse “-Dottore, va bene che qualche volta mi arrabbio con quelle due e che ieri l’altro ho esagerato, ma io ho sempre più difficoltà nel sopportarle, mi creda. Per fortuna che lei e la dr.ssa Cafasso siete due persone gentili e comprensive, altrimenti chiederei di cambiare ufficio”-. Aldo raccolse lo sfogo di Tommaso e gli disse: -“A’ Tomma’ se tu fai domanda di trasferimento , la appallottolo e la butto ner cestino se son di buon umore o te la tiro dietro se so’ incazzato. Non esiste che un’ impiegato competente e gentile, anche se un poco , ma solo un poco, fumantino chieda di cambiare posto. Ma ce penso a ‘sta  cosa e vedrò di trovare una soluzione. Magari ne parlo con Serena ehm la dr.ssa Cafasso e vediamo che se ppo’  fa!.

Tommaso sorrise al piccolo ed (in)volontario lapsus di Aldo , ma con molta discrezione (era una persona di larghe vedute e non era certo un pettegolo) e ribattè “-La ringrazio dottore. Sono  sicuro  che troverete la soluzione . Siete due persone in gamba . Fossero tutti come voi i capi ufficio…..-”

Aldo, a questo punto, si recò nell’ufficio di Serena ove venne accolto da smaglianti sorrisi, scossa della fluente chioma corvina, baci , abbracci e coccole. Stava quasi per dimenticarsi il motivo per il quale si era recato da lei, ma riuscì a riprendersi dopo il primo momento di piacevole stordimento forse anche grazie alla caffeina che aveva in circolo (di dopamina, ormone che sale nella fase dell’innamoramento ne aveva in circolo forse a ettogrammi, ma anche Serena non era da meno) . Le disse : Serena tu ssi na ccosa grande ppe mme , ma oggi sono venuto per parlarti di Tommaso. -“Serena rispose “- E cche ha ancora pazziato con le due befane ? Mo se deve dare na calmata , altrimenti si mette nei guai porello-.”

Al che Aldo: -“ No ,non ha sclerato, ma ha ventilato  l’intenzione di farsi cambiare d’ufficio. Io gli ho detto di non pensarci nemmeno e gli ho promesso che nei avrei parlato con te per trovare la soluzione -“. Aldo , dolcezza mia, hai fatto bene. Io penserei di chiedere il trasferimento di quelle due . Uora uora l’Ufficio Personale mi ha inviato i curricula di due impiegate più giovani che hanno chiesto di esser trasferite a Verona. Dammi il tempo di leggerli e vediamo se se ppo fa. A stasera ….. E Aldo: -“Meglio subito luce dei miei occhi “-Serena replico:  -“Qua in ufficio? Ma tu si proprio scostumato assai dotto! “- Ma no Serena stasera sarà’ stasera . Parlavo del trasferimento . Leggiamoli subito ,altrimenti me ne dimentico, visto che di sera me fai girà la testa e me fai venì le gambe che fan Giacomo-Giacomo  . Al che Serena disse  E vva bbuo , li guardiamo adesso” -. I due curricula parlavano di due laureate con meno di trent’anni di età con buona preparazione (avevano conseguito anche masters    all’estero ) e con buone capacità professionali e relazionali.

 

-Eureka , son quello che fa per noi disse Aldo”-.Si- disse Serena, ma bisogna nel frattempo convincere le due megere a chiedere di trasferirsi altrove (cosa assai difficile) oppure possiamo chiedere noi che vengano trasferite presso un altro ufficio.

Io personalmente sarei per l’ipotesi due.”-. Convenne con sulla ipotesi due e si assunse l’incarico di preparare le  richieste di trasferimento e di farle pervenire al personale.

Aveva anche incaricato Tommaso di consegnarle e lo aveva formalmente delegato a leggere la risposta

Inutile dire che la serata con Serena  fu razzi con successivo lancio in orbita e ciò contribuì a fargli venire in mente la mattina successiva un tocco di sottile perfidia.

Tra sé pensò:“-Che bello se le domande arrivassero al Personale in assenza mia e di Serena. Le risposte di solito ,negative o positive arrivano in due settimane. L’Ufficio personale di Verona è molto efficiente .

 Se io riempissi l’attesa di due settimane con una vacanza con Serena ( tanto ho ancora ferie arretrate dell’anno passato da smaltire ) la risposta arriverebbe mente non ci siamo .

Incaricherò una persona fidata di farmi sapere la risposta.

Parlò della sua idea a Serena che era d’accordo sulla vacanza (pose la condizione del mare, ma Aldo avrebbe accettato anche un igloo o il Deserto dei Gobi ) e che propose di organizzare la vacanza in modo di arrivare sul luogo nel giorno dell’arrivo della risposta.

I due birichini si organizzarono e presero l’aereo per il Mar Rosso due settimane dopo aver scritto la lettera. Affidarono al buon Tommaso il compito di informarli sullo sviluppo della situazione via Sms dopo avergli spiegato la situazione. Tommaso a questo punto si sarebbe anche buttato nell’Adige se glielo avessero chiesto. Tommaso si offrì di accompagnarli al Catullo per prendere l’aereo . I due accettarono l’offerta di buon grado e prima di andare all’imbarco del volo lo salutarono dicendo “-Speriamo che tra due settimane tu abbia due colleghe di lavoro migliori delle due befane –

Tommaso disse “- Grazie, siete stati in gamba . Buona ,anzi buonissima vacanza. Al ritorno ospiti a cena a casa mia mi raccomando.-“

Aldo e Serena arrivarono a Sharm el Sheick un martedì sera e il cellulare di Aldo ricevette un breve Sms. Con scritto “Personale ok trasferimento . Yuuh. Grazie, grazie grazie.!!!

Quel martedì sera due coppie in orbita : Aldo e Serena nell’incanto del Mar rosso e Tommaso e Maria Grazia a San Giovanni Lupatoto!

Nel mondo e per altri motivi saranno stati in buona compagnia!