Sempre a dieta (ma non per tutte)

 

 (Giovanni Volpon)

 

 

 

Marina è una signora di circa trentacinque anni che lavora come commessa presso un negozio di abbigliamento che si trova all’interno di una delle tante cattedrali di vetro,acciaio, cemento, marmi ,ascensori ,scale più  o meno mobili e parcheggi più o meno interrati che sconciano il già fin troppo sconciato panorama della pianura padana (per essere più chiari si sta s-parlando di un mega-centro commerciale).

La signora in questione ha quello che si dice le “fisique du role”. Fasciata nell’abito a giacca color blu di prussia con camicetta bianca e foulard in tono  e nella gonna a tubino color grigio perla che arriva poco sopra al ginocchio – la divisa di ordinanza della catena commerciale-  , fa proprio una bella figura. Non ha bisogno di scarpe col tacco 12 per darsi slancio perché è già slanciata di suo. Se uniamo a questo il fatto che i capelli a caschetto color castano biondo (naturale e non tinto) sovrastano una fronte senza rughe, due begli occhioni ridenti nocciola, un nasino con una vezzosa punta leggermente all’insù ed una bocca delle dimensioni giuste che si distende spesso e volentieri nel sorriso, abbiamo già abbastanza elementi che fanno sì che susciti l’invidia di gran parte della clientela femminile e l’attenzione di gran parte della clientela maschile. Per metterci il carico da 10, ha il fisico da magra ma non troppo con collo lungo e sottile, spalle ben arcuate , petto non scarso ne’ abbondante (una seconda piena, per intenderci) fianchi sinuosi con associata callipigia e  gambe affusolate con caviglie sottili.

Una bella creatura  non c’è che dire!

Da questo punto di vista suscita l’invidia della altre sue colleghe di lavoro che di nome fanno Elisabetta , Federica e Alessandra che i cromosomi materni e paterni non hanno dotato di altrettanta dovizia di bell’aspetto e canoviane forme. A dire la verità Marina non appartiene né  alla categorie delle belle ed impossibili né alla categoria delle belle stronze di masiniana memoria . E’ una persona solare,cordiale , gentile e spiritosa a cui piacciono anche i bambini. Quella che ogni suocera vorrebbe aver per nuora.! Se fosse anche felicemente coniugata e con bimba/o/i sarebbe quasi perfetta, ma la perfezione è stucchevole come ben sapeva il buon Niels Liedholm ,allenatore della Roma dove giocava  Di Bartolomei ,dotato di sapiente tocco di palla ed ottima visione di gioco ma  che non correva !

Marina è stata sposata, ma ha divorziato dall’ormai ex marito alla terza avventura extraconiugale dello stesso. E’ stata  fedele all’assunto alla prima si perdona, alla seconda si ragiona ,ma alla terza si bastona (in questo caso si divorzia). Marina era stata comprensibilmente tollerante e tollerabilmente comprensiva  oltre ogni aspettativa

Sarebbe pedante disquisire sul perché e sul percome il suo ex marito vivendo accanto ad una donna così sia andato alla ricerca di altre . La risposta vola nel vento e parlando di questo si andrebbe fuori tema tradendo - e dagli – il titolo del racconto. L’ex marito si chiama Annibale, e, come il grande condottiero cartaginese, non ha saputo cogliere appieno la benevolenza del destino. Come l’Annibale cartaginese non seppe cogliere l’occasione di sferrare il colpo definitivo a Roma dopo la disfatta di Canne, l’Annibale di Fidenza non ha saputo / voluto  valutare appieno la fortuna di vivere accanto ad una creatura fantastica sotto tutti i punti di vista. Bisogna tener presente che per ogni Annibale che passa c’è uno Scipione che arriva (per fortuna…)   E per Marina lo Scipione era rappresentato dal suo vicino di pianerottolo che, a differenza di Annibale, pur non vivendo con lei, aveva apprezzato giorno dopo giorno le qualità di Marina dalla quale era rimasto incantato in primo luogo dal sorriso, dalla voce argentina ,  dal modo  di salutare etc. Aveva approfondito la conoscenza dopo il divorzio dal marito,  ed aveva iniziato (e continua) ad apprezzarla nella sua interezza sia che fosse vestita , sia che indossasse solo  la biancheria intima o il costume da bagno  a due pezzi o monopezzo- sia versione intera sia topless- ed anche senza nulla indosso …… E’ necessario a questo punto dire che Marina è deliziosa, fantasiosa, sensuale ed intrigante anche – e soprattutto -nell’intimità..

Povero Annibale (l’ex marito, chiaramente) altro che battaglia di Zama…..

Il vicino ha un nome di origine romana  si chiama  Tito e non Scipione, ma al fine della vicenda è lo stesso, I due non vivono- ancora -sotto lo stesso tetto, ma ci stanno seriamente pensando. Il Tito in questione è un single quasi quarantenne, di professione vigile del fuoco, di statura circa un metro e ottanta, capelli scuri un poco brizzolati, occhi chiari,fisico robusto ed asciutto, gioviale , aperto e casinista  il giusto e, da buon emiliano DOC , amante della cucina ,del buon vino e delle donne senza preclusioni di sorta.

E’ stato incendiato dalla passione per Marina, ma e’ assai lontano dalla sua testa usare idranti per spegnere l’incendio.

 Marina poi non se  la tira nemmeno nei confronti delle sue tre colleghe che , d’altra parte, mettendosi a confronto con il suo invidiabile assetto ed aspetto, cercano in ogni modo, se pur con  differenti strategie, di porre rimedio ai chili in eccesso , alle non volute rotondità ed alla cellulite.

 

Federica ha per la dieta una vera ossessione. Non aveva la silhouette di Marina e per tal motivo nutriva nei confronti della collega una ben celata invidia . Durante la pausa pranzo presso i vari sfamatoi del centro commerciale Federica calcola mentalmente il contenuto calorico di ogni portata con la competenza di una specialista in dietologia ed informa con teutonica puntualità dei regressi del suo peso . L’origine altoatesina (Federica  è di Vipiteno) la fa applicare con (quasi)teutonica determinazione anche se       gli esiti non  son purtroppo per lei all’altezza delle sue aspettative . Il film con Renato Pozzetto e Carlo Verdone dal titolo “7 chili in 7 giorni” non le aveva insegnato nulla. A dir la verità , come cattiva  allieva era  -ed è – in buona compagnia sul territorio nazionale. Spera infatti in risultati rapidi e             confortanti e vive la            cosa  con     una punta ed un tacco di sconforto

Alessandra invece cerca il rimedio ai chili in più e alla buccia d’arancia della cellulite sottoponendosi ad estenuate  ed estenuanti sedute di acquagym ,step, aerobica. ,cyclette ed altre diavolerie che in lei purtroppo sortiscono l’effetto collaterale di produrre subito dopo un grande appetito che sazia appena uscita dalla palestra strafogandosi di cannoncini, babà e bignè nella pasticceria situata a due numeri civici di distanza  .

Alla bilancia elettronica a casa son poi lacrime da alligatore .

-“Ma perché non riesco a calare boia d’un mond leder”– si chiede .La vera domanda dovrebbe essere “ Ma perché non tiro dritto e svolto sempre dentro la pasticceria nel tornare a casa.? Secondo mistero della golosità !

Per doverosa informazione , la palestra ha aperto  i battenti dopo la pasticceria che occupa il posto da circa quindici anni e che ha il suo giro di aficionados ed aficionadas. di ogni età .

Il titolare della pasticceria ed il gestore della palestra non sono parenti e sono in rapporti di buon vicinato, Il gestore della palestra acquista bomboloni alla crema e brioches nella pasticceria (per i bambini ,ovviamente che  mo son golosi vè) mentre il pasticciere non si sogna nemmeno di andare in palestra . Gli basta percorrere il tragitto casa –lavoro  e quattro volte al giorno andata ,andata e ritorno dopo la sacrosanta pausa pranzo dalle tredici             meno  quindici alle quindici meno quindici in bicicletta e ritorno definitivo a casa alle diciannove e trenta o giù di lì (dipende dalla stagione, dagli amici che incontra durante il tragitto , da impegni post- cena con signora, bimbi e/o amici etc)

Elisabetta  pratica invece nel corso della settimana  il mai abbastanza deprecato sport del salto del pasto che trasforma una persona fondamentalmente di buona indole in una donnetta isterica e lamentosa causa il repentino calo della glicemia . Quando salta il pasto sul lavoro nel pomeriggio comincia a diventare più irritabile con le/ i clienti e con le colleghe che lo sanno e pazientemente comprendono per vari motivi. Alessandra e Federica per condivisione di obiettivi , Marina per umana comprensione e basta la fortunella.  Siccome allo stomaco si comanda fino ad un certo punto, ai salti di pasto corrispondono cene più abbondanti con importanti ripercussioni . In primis , quando mangia di più a cena le viene il classico mal di testa a causa del quale si  nega al marito . In secundis ed in ultimis i chiletti in più rimangono comunque ed il marito è buono e caro, ma talvolta s’incazza non per i chiletti in più, ovviamente ,.

In una pausa pranzo del mercoledì le quattro donne si ritrovano sedute al medesimo tavolino di uno dei self service del centro Commerciale di Fidenza. La circostanza è rilevante perché Elisabetta pratica lo sport del salto del pranzo i giorni dispari, ma ( forse )il marito ,stavolta ,dopo l’ennesimo “No caro ,ho il mal di testa “ deve aver risposto per le rime e minacciato di volger il guardo altrove (non è uomo da orizzonti ristretti, visus 10 decimi per intenderci,spazia dal condominio – vicina venticinquenne del secondo piano bionda graziosa e compiacente - al circolo Arci e, guarda caso ,al posto di lavoro –ma và!).  

Dopo che le quattro donne hanno riempito i rispettivi vassoi, Federica inizia l’operazione conteggio calorie .

Il vassoio di Federica contiene una insalata mista con pomodori, lattuga e cetrioli  accompagnata da pane integrale, acqua naturale ed una mela secondo il diktat del dietologo. Alessandra si è concessa in più un piatto pasta, ma integrerà quasi sicuramente con un tris di bignè ,cannoncini, o sfogliatelle dopo la palestra. Elisabetta, visto che non vuol correre rischi col marito, oltre alla pasta si è concessa anche un piatto di formaggi misti (dovrà spendere qualche caloria nel talamo in serata e nel corso della notte!) E Marina ?

Il conteggio delle calorie ha mandato in tilt la calcolatrice umana . Pasta al sugo, pollo arrosto con patate fritte (orrore! ), un pezzetto di parmigiano , due panini non integrali,  budino al cioccolato   e come frutta due  mandarini. Come bevanda acqua minerale , perché anche nella golosa Emilia sul posto di lavoro non si possono consumare alcolici.

Federica ,nel vedere il vassoio stracolmo osserva. “-Ma Marina, nel tuo vassoio ci sono a dir poco oltre mille calorie. Ma come si fa a mangiare carne e formaggio e dolce e frutta ?

E’ veramente troppo .!-“ La replica di Marina fa quasi sobbalzare Federica dalla sedia.

“- A dire la verità un bicchiere di Lambrusco ci starebbe anche bene col pollo e col parmigiano, perché pranzare con l’acqua non è il massimo della vita”- E Federica, dopo un primo momento di sorpresa e di sbandamento che quasi la fa cadere dalla sedia dice :

“- Ma come fai a mangiare tutta quella roba senza mettere un filo di grasso addosso? Io, Alessandra ed Elisabetta mangiamo la metà di te e abbiamo difficoltà a calare mentre tu mangi quello che ti pare e mantieni un figurino invidiabile. Suppongo che anche a cena tu non ti tiri indietro vero? Non ci hai mai detto di frequentare palestre poi. Ma dicci una buona volta come fai, che magari sbagliamo noi-“.

 Marina ,visto che le sue colleghe di lavoro attendevano con impazienza l’epifania del segreto della sua invidiabile nonché inviata forma , volle prolungare ancora l’attesa per qualche giorno e disse “- Beh, un piccolo/ grande segreto c’è e, devo dirvi, volendo , potreste scoprirlo anche da voi. Oggi non ve lo rivelo anche perché dopo pranzo debbo subito correre al negozio perché c’è quella ragazza appena assunta a cui bisogna spiegare alcuni dettagli del nostro lavoro. Lo farò io, così esco qualche minuto prima dato che stasera c’ho gente a cena. A dopo -“.

Le sue colleghe rimasero ancora più esterrefatte e si chiesero -“Ma come, con quello che ha mangiato , cena anche la porcellina-” chiosò Elisabetta.  Chissà quanto mangia- disse con un po’ di stizza Federica. Per me , a casa sua mica sta in regola, E’ capace di bersi anche qualche bicchiere di vino e magari si prende anche il nocino a fine pasto. “-E non ingrassa di un grammo ,nonostante i dolci”- asserì Alessandra con la coda un po’ di paglia. Pensa te, una c’ha tutte le fortune. E’ golosa e rimane magra! Mo speriamo che ci dica come fa, poi vediamo veh.-.”

Alessandra ,Elisabetta e Federica raggiunsero Marina al negozio e tutte ripresero il tran tran lavorativo.

Entrò nel frattempo un giovane di apparente età intorno ai venticinque che cominciò a guardarsi intorno in cerca di un paio di jeans di una certa marca. Il campo visivo che si frapponeva tra lui e gli scaffali dei jeans  fu attraversato dalla figura di Marina e il giovanotto rivolse il suo sguardo altrove . Marina , senza alcun imbarazzo (sapeva reggere molto bene gli sguardi maschili più o meno –più spesso più – ammirati e/o interessati)  gli si rivolse sorridendo e chiese “Buon giorno, cerca qualche capo di abbigliamento in particolare ? Posso esserle Utile ?  Il solo sorriso e la tonalità della voce di Marina ,che pronunciava la erre alla francese ma non troppo (leggermente sonora, ma senza essere arrotata) ebbero il potere di lasciare temporaneamente il giovanotto senza parole perché prima di guardare i jeans posò uno sguardo panoramico sulla figura di Marina prendendosi tutto ( e anche di più ) il tempo necessario. Dopo la panoramica in proiezione anteriore , finalmente disse, con il tono di chi aveva appena deglutito  -“Guardi ,vorrei acquistare un paio di jeans delavè della Wrangler: Ne avete?- “ . Marina gli rispose  Certo, guardi nel terzo scaffale . Troverà la marca che cerca  . Sulla sua destra ci sono i camerini per provarli. Se li misuri con calma e quando avrà scelto quello che le piace mi chiamerà -“.. Naturalmente nell’allontanarsi Marina aveva anche offerto alla vista del giovane la panoramica posteriore messa ulteriormente in risalto anche dalla sua andatura flessuosamente ondeggiante e ondeggiantemente flessuosa. Il risultato fu che il giovanotto dapprima entrò un camerino senza aver provato i jeans e poi che prese da uno scaffale un paio di jeans di marca e colore differenti. Marina aveva assistito alla scena da lontano e dopo aver visto il giovanotto uscire dal camerino con i Jeans indossati gli si avvicinò e gli chiese -“ Le vanno bene ? Sono di suo gusto?- “ . Era rimasta al lei perché non aveva alcuna intenzione di offrire spiragli ad approcci più o meno garbati ,anche perché la serata era già impegnata   e a lei tendenzialmente piacevano gli over trenta vicino ai quaranta ed uno in particolare (il riferimento al pompiere è voluto e non casuale). Il giovanotto disse:

“-Si, grazie, mi vanno bene questi-“Al che Marina ,un poco maliziosamente replico” –“ Ma scusi se non ricordo male voleva dei jeans delave della Wrangler . Vedo che ha scelto un altro tipo e un’altra marca !-”. La risposta del giovanotto fu (quasi) prevedibile . Difatti , come volevasi dimostrare,   colse l’occasione per dire “- Va bene, verrò un’altra volta, cosi’ avrò occasione di rivederti “. A questo punto Marina, che aveva già capito l’antifona giocò d’anticipo come il Burgnich dell’Inter dei tempi di Herrera e replico: -“   Grazie, ma non dò né il numero di cellulare, né accetto inviti a cena dai clienti perché sono già impegnata -“
Il giovanotto fece ,come suolsi dire,  buon viso a cattivo gioco e prese atto del garbato rifiuto ed andò alla cassa a pagare i jeans che aveva appena acquistato e salutando Marina disse solo -“Peccato,accidenti”-.

Alla cassa c’era Federica e il giovanotto pagò l’acquisto con la sua carta di credito , ringraziò ,salutò  e, pensando ad alta voce si lasciò sfuggire le parole “ Carina e sveglia, accidenti . Peccato sia già impegnata! “. Aveva comunque dimostrato una certa  eleganza nell’incassare il rifiuto, cosa non comune nelle persone della sua età,

La frase pronunciata di sfuggita girò nella testa di Federica che, non appena ne ebbe l’occasione , la riferì anche ad Alessandra ed Elisabetta dando così la stura ad una marea di supposizioni . Le tre dietofile -dietofobe  arrivarono a supporre ,ognuna per conto suo e con diversi gradi di intensità , che Marina fosse una sorta di Messalina assatanata e ninfomane che si mangiava uomini a colazione e a cena (a pranzo no, perché solitamente ,almeno nei giorni lavorativi lo consumava insieme alle colleghe) mentre, da questo punto di vista ,Marina era rigorosamente per il piatto unico che ,comunque, a quanto pare non le risultava affatto monotono, anzi! La giornata lavorativa trascorse con il solito tran tran e le 3 sottoposte a dieta ebbero, almeno per quel pomeriggio, l’accortezza di non manifestare le loro supposizioni a Marina (almeno verbalmente) anche se si sprecarono (tra loro e non in presenza di Marina in pissi –pissi bao –bao ed ammiccamenti ,risolini vari) ,In poche parole si diedero con ammirevole discrezione a pettegolezzi e maldicenze del tipo :

1) Eh sì , è divorziata, si capisce .perchè…..

2 )Sarà stata sposata ,ma povero marito……

3) E’ una assatanata ,cambia uomo come le calze etc.

Niente di vero in tutto ciò, ma che razza di pettegolezzi sarebbero se centrassero gli aspetti della vita di altre/i?

Un quarto d’ora prima della fine dell’orario Marina salutò le altre sue colleghe che ricambiarono il saluto Federica aggiunse “Buona cena .” , Alessandra ed Elisabetta più maliziosette ed in coro: Ma con chi ceni stasera Marina ? E lei di rimando: “Con chi non conteggia le calorie delle calorie che consumo e le calorie che introduco !. Domani vi racconto : buona serata anche a voi ragazze!  (anche sarcastica – giustamente-)

La persona con cui cenava era Tito ed è inutile dire che  se la cena fu ottima ed abbondante ,anche il dopo cena non fu da meno. Il pompierone ardeva di passione per Marina e anche lei  si impegnava non per spegnere l’incendio , ma per alimentare il fuoco perché, in quanto a combustione interna, anche lei non scherzaval  Avevano fatto una breve pausa sotto la doccia insieme dopo aver fatto l’amore due volte di fila, ma anche sotto la doccia si baciarono, si accarezzarono e si toccarono con  crescente intensità sia sotto il getto della doccia sia appoggiati alle pareti e alla porta di scorrimento  del vano doccia . L’acqua riuscì (non che ce ne fosse bisogno) ad essere un fattore scatenante i reciproci slanci amorosi.

Altro che usare asciugamani , accappatoi od altro tipo asciugatura a vapore! .

Il tepore dell’acqua ebbe l’effetto scatenante di farli  riprendere a far l’amore (fase di innesco) dopo aver utilizzato la reciproca asciugatura come scintilla d’accensione, per la serie “Non c ‘è due senza tre ed il quarto vien da sé “ Alla fine si abbandonarono piacevolmente sfiniti  al riposo teneramente abbracciati l’uno all’altra . I reciproci abiti , erano rimasti nel frattempo appoggiati sulla sedia o sdraiati sul tappeto o sul pavimento di legno della stanza da letto!

La mattina successiva al caffè chieseo a Marina come fosse andata la serata e lei, per amor di verità rispose “-Fantasticamente bene ,la cena era deliziosa”-.

Colse però nello sguardo e nei sorrisi delle colleghe un velo di malizia e le volle accontentare “ Il dopo cena è stato meglio di un cabaret di cannoncini e di bignè , perché l’ho trascorso con un uomo che è una vera delizia, meglio di una torta Sacher. Deliziosa la glassatura e la farcitura. Me lo gusto con piacere spesso e volentieri ,va bene?

E così vi ho rivelato anche il segreto del mantenimento del peso forma. Provate, ragazze, provate, ma non con lui ,veh., sennò mo m’arrabbio! Altro che dieta, ci sono dolci che mantengono in forma e non ingrassano. Ognuna di voi provi a cercarsi il suo !”