Canzoni, impressioni ed emozioni

 

 (Giovanni Volpon)

 


 

 

In una mattinata di ottobre Fausto stava percorrendo il tratto dell’Autostrada del Sole compreso tra Rioveggio e Barberino del Mugello (quel tratto dove piove quando fino a Bologna c’è il sole,dove c’è la nebbia se a Firenze c’è un accenno di foschia e dove nevica se a Sasso Marconi piove- solo in autunno ed in inverno e qualche volta a primavera-))

.Erano le  primissime luci dell’alba ed una sottile nebbiolina si alzava dai contrafforti dell’Appennino avvolgendo, senza farli scolorire o scomparire del tutto dalla vista, i colli e gli alberi le cui foglie iniziavano a tingersi di giallo –rossatro –aranciato e di rossicio con altre screziature cromatiche in diverse tonalità.

Questa sinfonia di colori delle varie tonalità del marrone più o meno bruciato si alternava al colore verde piu o meno brillante e/o scuro cupo dei sempreverdi che ornavano la cima dei colli

.Gli  squarci bianco-grigiastri di strade sterrate che servivano a far comunicare tra loro i casolari sparsi dei quali si iniziavano ad intravedere prima i coppi dei tetti color mattone e poi,.mano a mano , le pareti che oscillavano tra il bianco-grigiastro, il marroncino chiaro e le tonalità dell’ocra ,interrompevano questa alternanza di verdi, giallastri, marroni più o meno rossicci

Tutto molto bello a vedersi in una giornata di fine ottobre in cui il sole pareva esser intenzionato ad affacciarsi (coi  tempi dell’Appennino Emilio-Toscano,s’’intende) dietro la coltre della foschia autunnale. Il nastro d’asfalto grigio-scuro dell’autostrada , il traffico congestionato da autovetture ,furgoncini, autocarri , autoarticolati, autosnodati autopulmann e qualche motociclo  con la prevalenza dei toni del grigio  oscillanti tra il grigio –argento variamente denominato (anche polvere di luna o grigio luminoso per un colore che luminoso non è,misteri dei produttori d’auto) e il grigio scuro (fumo di Londra, notoriamente di tonalità diversa dal fumo di Parigi o dal fumo di Modena),interrotti da qualche macchia di colore (ci sono ancora , per fortuna, coloro le/i quali acquistano veicoli  colorati di rosso, verde, giallo  azzurro, marroncino etc. ) sembrava  meno  in sintonia col paesaggio di altri giorni .

Anche Fausto, che percorreva questo tratto di autostrada col suo Fiat Escudo color  rosso faccia da schiaffi (dal catalogo Fiat sui colori ,così viene definita una tonalità di rosso che in realtà è il rosso delle camicie dei garibaldini, ma il rosso Garibaldi non piace a Marchionne) per andare ad preparare l’ installazione di un impianto di pannelli solari vicino a Firenze (a Lastra a Signa, per la precisione)  stava guardando il paesaggio .Infatti non erano per niente interessanti le file dei camion che si inerpicavano sbuffando sui tratti in salita dell’autostrada impegnati in faticose ed estenuanti manovre di sorpasso alla velocità supersonica di quaranta all’ora (in casi fortunati) con emissione di fumo dai tubi di scappamento di colore oscillante dal grigio chiaro al nerastro e con conseguenti ed indesiderati rallentamenti dei veicoli che li seguivano,

L’effetto caffè stava quasi per svanire (lo aveva bevuto all’autogrill di Campogalliano Ovest tra, Carpi e di Modena) ed  era ora, almeno per lui di un caffè prima di affrontare il nodo del cosiddetto “Ponte dell’indiano” prima di Firenze da cui si prende la strada per la sua destinazione , Lastra a Signa. Si era lasciato dietro l’autogrill di Roncobilaccio accidentaccio  Decise che sarebbe stato meglio accendere l’autoradio in attesa della pausa ristoratrice stavolta con cornetto (era in piedi dalle quattro di mattina ed in autostrada dalle quattro e mezzo circa).

Accese l’autoradio sintonizzata su “RadioItalia “ e dagli altoparlanti uscirono le note di una famosa canzone della Premiata Forneria Marconi (ex “Quellli” –la bambolina che fa no,no,no,-uffa il gruppo con Franz di Cioccio e Mauro Pagani)   per la precisione “Impressioni di settembre”

 

Le parole e la musicai questa canzone erano in sintonia con l’ora della giornata e con il paesaggio emergente dalla foschia autunnale “Quanto verde tutto attorno e ancor più in là/sembra quasi un mare l’erba / e leggero il mio pensiero corre e và/ ho quasi paura che si perda”.

 In alcune situazioni i versi di una canzone (anche banali, ma questi non lo sono) fanno sì che il nostro pensiero, in una sorta di “deja vu” più o meno lontano nel tempo, cammini, corra o vola a momenti che abbiamo vissuto o stiamo vivendo facendoli riemergere o ravvivandoli.

Questo ci accade soprattutto se siamo in  condizione d’esser particolarmente recettivi agli stessi per diversi motivi.

Il suo pensiero comincia a perdersi facilitato anche dal fatto che dopo questo ritornello, inizia il refrain con il sintetizzatore. Il suo pensiero vola in direzione dei versi di un’altra canzone della Formula 3 (gruppo pop coevo della PFM) “La luce è rossa,la luce è gialla/diventi bella sempre di più,sempre di più./Ah, l’amore, questo folle sentimento che /più lo fuggo più ritorna da me: Questa volta io conosco il perché/io mi sto innamorando di te ,di te (accordi di  chitarra ritmica di Alberto Radius)

Fausto che ha circa trent’anni (ventinove per la precisione, ma questo è un dettaglio di poco conto,) da qualche settimana ha, come si dice ,“perso la testa “ per Nadia ,una graziosa ,solare ed intrigante brunetta di ventisei anni che è fidanzata con il responsabile del marketing della ditta dove lavora .Il responsabile del marketing che si chiama Italo  ed ha da poco passato la trentina. Italo è il classico “commerciale” di stampo bocconian-tradizionalista   precisino con tendenza al pignolo, quadrato ed anche rigidamente formale e formalmente rigido, in ultima analisi un poco palloso. Non a caso indossa gessati grigi con camicia azzurra e cravatta regimental. Essendo un tipo abbastanza irreggimentato, usa cravatte in tono anche se sarebbero meglio le cravatte a pois piccoli, ma in questo caso sarebbe un clone…..

 La sua fidanzata Nadia, per la legge della dialettica degli opposti alla base di molti legami sentimentali (più o meno solidi) è una persona  dotata di fantasia che ama la sorpresa e  l’improvvisazione.  Fausto ,che dal punto di vista lavorativo è abbastanza serio ed affidabile, nella vita adora andare sopra e sotto le righe ogni tanto, è curioso e alla ricerca del nuovo e dell’allargamento dei suoi orizzonti di vita e di conoscenza, sia in senso culturale, sia in senso relazionale. E’ insomma un a-tipico giovane del 21° secolo. ’ L’unica cosa “vecchia” è la passione per le canzoni fine anni ‘60 –inizio    anni ’70 trasmessagli da suo padre (un “ragazzo” di inizio anni ’50) Emilio che usava le canzoni dei Camaleonti, dei Profeti  e dei New Dada (il gruppo del pirla che venticinque anni dopo si è tagliato la falange di un mignolo durante un concerto coi CrisMa –sic. Era diventato “maturo”…. Ma non divaghiamo .) per farlo addormentare Ciò faceva disperare sua madre Flora che stravede(va)  per i Led Zeppellin ed Eric Clapton. 

Può capitare che si guardi una donna (un uomo) con occhi  diversi dal mercoledì al giovedì e che ciò faccia cambiare in noi la visione e l’opinione che abbiamo di lei (lui).

A Fausto e a Nadia è successo questo. Non in contemporanea,ma in tempi abbastanza ravvicinati. Fausto non poteva restare indifferente ad una brunetta coi capelli riccioluti ,con lo sguardo sbarazzino ,con un sorriso accattivante e che indossava tubini che le mettevano in risalto fianchi da sballo e un bel sederino a mandolino . Non è che il resto fosse indegno di attenzione, ma ognuno ha le sue preferenze…..Fausto ama la musica, gli strumenti musicali e ciò che li richiama . (anche i  particolari anatomici,monellaccio!)

Nadia è per di più una donna senza fisime ed ipocrisie, non ha gli atteggiamenti classici di quelle carine che sanno di esserlo ed è esplicitamente sincera e sinceramente esplicita nel far capire ad un uomo che le piace e le interessa.. Nadia era rimasta colpita da questo ragazzo dall’aspetto abbastanza per bene  che faceva il finto timidone e che era dotato di ironia ed umorismo. Come aspetto fisico , Fausto era da sei e mezzo, più che sufficiente. Il suo viso con capelli castano-chiari non molto lunghi ,fronte ampia e labbra sempre atteggiate ad un inizio di sorriso ,gli  occhi color marrone chiaro  sovrastavano  una corporatura abbastanza robusta ma non da palestrato  Gli occhiali alla John Lennon (la montatura l’aveva fregata al padre, tanto per esser chiari) gli davano un ‘aria da pensatore quasi svagato che in molti casi suscitava simpatia e tenerezza. Fare il “macho” tutto di un pezzo  o di pezzi variamente composti non gli riusciva ( a dir la verità manco ci provava). Meglio il tenerone anche perché lo era,anche se cercava,-maldestramente!?- di nasconderlo. Intanto la canzone della PFM continua “.E l’odore della terra odor di grano /sale alto verso me E la vita nel mio petto batte piano /respiro la nebbia e penso a te .No cosa sono adesso non lo so/forse un uomo in cerca del suo passo…….

Questi versi rimandano (o meglio fanno rimanere) il suo pensiero su Nadia. Si prende qualche sinfonia di suonate per clacson ed orchestra dai Tir che stanno percorrendo l’autostrada mentre ha aperto il finestrino per respirare la nebbia che si sta alzando, diminuendo la velocità in uno dei pochi tratti in piano. Far rallentare un Tir austriaco in autostrada può essere pericoloso, ma l’autista di un Tir  nero con tanto di aquila asburgica color oro disegnata sulla parte anteriore (un filo asburgico nostalgico?) ,non può sapere che il traffico e la strada non sono nei suoi pensieri. Forse anche i camionisti austriaci hanno un anima e pensano alle Ingrid; alle Helga ,alle Gertrud e alle Heidi percorrendo i tratti autostradali dell’Auto- Brennero ,ma l’autista in questione senz’altro no (forse avrà avuto un fugace pensiero a Verona Nord).   

Nonostante l’aria frizzante dell’ottobre toscano entri nell’abitacolo (in teoria dovrebbe farlo rientrare, anche se temporaneamente nel contesto),la sequela delle canzoni su Radio Italia non contribuisce a ciò. I versi di una canzone di Giorgia e precisamente “Quando chiudo gli occhi vedo te” come per riflesso gli fanno chiudere gli occhi per vedere indovinate chi.

Stavolta la stereo strombazzata con sottofondo di muggito (sic!) del Tir imperiale , è provvidenziale perché gli evita per poco di tamponare un Suv giapponese marca Toyota di color marrone metallizzato che lo precede (la strada ha ripreso ad inerpicarsi ).

“Per fortuna – pensa tra sé Fausto- tra poco mi fermerò all’autogrill di Pian dell’Aglio per una pausa. Se non mi fermo un poco, questa è la volta che mi capita un incidente. Certo, Nadia è carina , mi prende parecchio ,vado in estasi quando penso a lei . però ci tengo a rivederla….

Ma la programmazione di Radio Italia di quel mercoledì mattina ci mette non solo lo zampino, ma tutte le quattro zampe ed anche la coda.

Partono le note di una canzone di Lucio Battisti, per la precisione “Innocenti evasioni”. Ora le canzoni di Lucio Battisti hanno la particolarità, a prescindere dalla diversa sensibilità individuale,  di far rievocare un amore  passato o di rendere più  vivo un amore presente ,specie se con prospettiva futura. (Citiamo per esempio “Mi ritorni in mente” o “Un’avventura”)

Per Fausto “Innocenti evasioni” appartiene alla  seconda categoria anche perché i versi della canzone sono vita vissuta. Battisti come indovino, interessante!”- Chi può suonare a quest’ora di sera ,forse un amico o qualcuno o chi lo sa….” Difatti Nadia , con grande nonché  gradevole e gradita sorpresa suona al campanello della casa di Fausto una sera in cui non se lo aspettava (si erano conosciuti da poco più di dieci giorni e non si erano ancora idati un appuntamento) Dopo Il primo momento di piacevole sorpresa ( vedersi arrivare a casa in una serata dell’ottobre lombardo con un cicinin di nebbia in una via della zona Forlanini una morettina tutto pepe fasciata con maglioncino color lilla che mette in risalto la parte superiore del corpo e con una minigonna bianca che mette in risalto il resto è una emozione che lo lascia quasi senza parole. Sarebbe successo ugualmente con un’altra combinazione cromatica, ma, per dovere di cronaca .Nadia indossava quegli abiti . Però il timidone (?)  non si perde d’animo. Dopo aver detto la frase di circostanza “- Ma che bella sorpresa, non ti aspettavo, davvero!”- la fa accomodare in sala , sceglie tra la discografia di famiglia un LP di Battisti e mette la canzone “Innocenti evasioni”. Alle parole “ Sento nell’aria un profumo,sorrido mentre che fumo”, non accende la sigaretta , ma si accende baciando Nadia appassionatamente. Alle parole “Come sei bella amore/ mi viene un brivido al cuore. Come  sei bella amore ,sorridi e lasciati andare,” si sono già lasciati andare senza parlare. facendosi  travolgere dal turbinio dei sensi.

Non c’è stato bisogno delle luci rosse e dello champagne presente per combinazione (al massimo avrebbe trovato del Prosecco , grande passione di papà Emilio)

 La bottiglia di  champagne è Nadia e Fausto è il tappo che è saltato : va bene così: Il maglioncino viola, la mini,il reggiseno le mutandine  le calze di lei sono sulla poltrona. Le scarpe sul pavimento  Il maglioncino tipo rugby a rigoni bianchi e blu, i jeans , e gli altri indumenti sono volati   in ordine sparso sul pavimento . Dopo iniziano a volare anche loro! (Se per qualcuno è un linguaggio troppo ermetico, significa fanno l’amore, chiaro no?).

Per una fortunata coincidenza (il destino non è sempre cinico e baro, ma a volte complice e provvido) papà Emilio e mamma Flora sono fuori  casa (evadono anche loro ogni tanto, forse memori delle giovanili evasioni,sennò che ragazzi degli anni cinquanta sarebbero? ) e così Fausto e Nadia hanno tutto il tempo di continuare a lasciarsi andare. E’ una di quelle serate che lasciano il segno ed un ricordo indelebile che spesso affiora anche nei momenti più insoliti. Si direbbe,stupito, colpito e piacevolmente stordito. Il sentire per radio questa canzone gli fa dimenticare la dimensione dello spazio e del tempo, salta anche il grill di Pian dell’Aglio e le canzoni che si seguono interrotte da qualche spot pubblicitario. non gli fanno uscire dalla testa la canzone, la serata ed il ricordo di Nadia

A quanto pare non si rimane storditi solo una volta, si può parlare di un piacevole e coinvolgente ko prolungato che  rimane molto tempo ed è difficile rimuovere completamente . E’  banale dimostrazione di un assunto  che dice che i ricordi piacevoli rimangono archiviati nella nostra memoria più a lungo (per fortuna!) e che per evocarli basta poco (anche qualche brano di una canzone,per esempio)..

Fausto è stato colpito nel  primo tratto toscano della A1.

Il flash-back dura per un tempo abbastanza prolungato e lo stadio estatico gli fa superare l’uscita autostradale di Scandicci dalla quale si prende la strada in direzione di Lastra a Signa. Il committente  del lavoro , preoccupato per il ritardo di Fausto e sulla scorta della sua reputazione di tecnico serio ed affidabile fornita dalla ditta in cui lavora nella persona di Italo (forse cambierà idea quando verrà a conoscenza della “innocente evasione “ di Nadia e Fausto, ma le questioni personali non dovrebbero inficiare i rapporti lavorativi almeno così si dice e quasi mai succede) lo chiama al cellulare.

Il trillo del telefonino lo scuote . Fausto si ferma nella corsia di  emergenza e risponde dicendo “Accidentaccio, ho superato l’uscita adesso devo tornare indietro! Me ne sono accorto adesso, mi scusi. Stavo ascoltando la radio e mi sono distratto. (al 70% sincero, perché non ha rivelato del tutto la causa vera della distrazione) Arriverò entro mezz’ora “.. Si riporta sulla corsia di  marcia dell’Autosole dopo aver spento la radio da cui iniziavano ad uscire le note di una canzone di Caterina Caselli e precisamente “ Il volto della vita “

Il testo galeotto ad un certo punto dice “Con il corpo sono  qui/ma la mente mia non c’è.,

corre dietro a dei ricordi/ e chi la ferma più . Con questa canzone sarebbe arrivato almeno ad Arezzo!