I pizzini alla bellunese

Giovanni Volpon

 

 

 

Luisa Tormen ed Ines Battiston erano due giovani signore di circa trent’anni, anno meno anno più, che lavoravano come segretarie presso lo studio legale dell’avvocato Guido Venier di  Belluno. L’avvocato ,età circa quarant’anni ,era uno scapolone impenitente e non pentito nonostante le suppliche dell’anziana madre che gli ripeteva con cadenza quotidiana -“Guido, maridete che mi son vecia-!

L’avvocato Venier era come si dice una persona dai molti interessi. Non trascorreva il suo tempo solo tra codici, pandette, atti processuali ,aule di tribunali e colloqui coi clienti (e le clienti ) dello studio legale. Era amante del teatro,del cinema ,dell’arte, della buona tavola   e non si sottraeva mai al rito del giro de ombre o spritz con amici,colleghi ,colleghe, amiche e conoscenti.

Naturalmente non perdeva occasione per organizzare serate cultural-gastronomico-galanti con tose e siore de Belun e dintorni(sconfinava anche spesso e volentieri nella confinante marca gioiosa con puntate a Venezia, città d’origine della famiglia).

Questo lato del suo carattere era ben conosciuto da Luisa ,la segretaria che aveva iniziato a lavorare nello studio legale quando il titolare era il padre di Guido , Alvise.

L’avvocato Alvise Venier era un uomo dedito al lavoro e alla famiglia, gentiluomo di stampo antico, rigoroso e serio. Il suo aspetto severo, che metteva in soggezione al primo impatto ,(barba e pizzetto  con lo sguardo penetrante ) era accentuato da una figura imponente (era alto un metro e novanta) ma veniva  mitigato dalla garbo con cui si rivolgeva alle persone e dall’ironia  (xera venexian ciò). Ciò aveva fatto di lui una persona stimata rispettata e benvoluta.

Guido non aveva ereditato dal padre l’aspetto fisico (era di statura media ) ,ma garbo ed ironia si. Per ciò che riguarda la dedizione al lavoro, Guido aveva la tendenza ad impegnarsi solo per i patrocinati che per qualche motivo gli andavano a genio dal lato umano . In tali casi era un ottimo avvocato, attento, scrupoloso , capace che dava fondo alle sue non comuni capacità oratorie sostenute da una notevole cultura giuridica .

Nel caso dovesse difendere qualcuno che per qualche motivo non gli era gradito , lo faceva di malavoglia e l’eventuale assoluzione era dovuta più alla benevolenza dei giudici e delle giurie che al  suo modo di condurre la difesa. Il padre si rammaricava per questo, ma voleva molto bene al figlio anche se a volte l’era an cin par aria e se ‘l pensea  masa a tose e siore. Il sior Alvise pensava, con affetto e speranza di padre “-L’e’ doven, l’impararà anca lu, ciò.

Luisa lavorava nello studio legale da quasi otto anni ed era come ,dicevano in tanti (tra cui Guido, naturalmente) proprio  una bela siora.

Aveva i capelli rosso-tiziano naturali, gli occhi celesti , l’incarnato roseo ed un sorriso incantevole. Si muoveva inoltre con grazia e con una naturale eleganza favorita in questo dai fianchi ben proporzionati e da un bel  paio di gambe con le caviglie sottili.

All’aspetto molto gradevole univa (accoppiata vincente)un temperamento (quasi sempre) solare, affabilità , cortesia e senso dell’umorismo  Una da sposare, peccato che avesse iniziato a lavorare nello studio da fresca sposina.

Ogni tanto (non spesso) veniva al lavoro  irritata per qualche litigio col marito (le solite robe de schei perché a Luisa piacevano i bei vestiti ed ogni tanto prelevava dal conto corrente cointestato col marito senza avvisarlo) La lite si smorzava quando il marito vedeva che un nuovo abito vestiva la sua bella figura rendendola più graziosa .”- Ma come Toni non te piaso cossi’ o vutu che mel cave?”-AToni, un bon om de Ponte de le Alpi, la Luisa la ghe piaseva specie quando iniziava “l’improvvisato” spogliarello post acquisto diciamo imprevisto (no la piaseva sol a lu , ma a molti masci de Belun tra i dodese  e i sento ani e Guido era nell’elenco ,ciò) e come ! Le combinava sacranon, ma sapeva farsi perdonare la strigassa (detto in senso buono) e po i fea la pace con reciproca sodisfasion.

Guido, vuoi per naturale inclinazione alla galanteria , vuoi perché l’aspetto ed il modo di fare di Luisa lo rendevano facile , con lei era sempre cordiale , gentile e premuroso . A volte andava un tantino sopra le righe (passava dal complimento al bacetto, all’abbraccio e alla toccatine senza fuga ) . Luisa, in tali occasioni lo richiamava bonariamente all’ordine dicendo “Guido sta bon , che son maridada con doi boce picenini , laseme star ,no sta far al tosatat (trad. ragazzaccio). Era ritrosa con grazia e al benevolo richiamo  Guido faceva  marcia indietro. .Al di là di questo ,a Luisa questo attempato ragazzaccio era simpatico anche perché come datore di lavoro era comprensivo e tollerante. Quando uno dei bambini di Luisa era malato le diceva “Luisa,va a casa dal to bocia che l’ha bisogn de ti” e se Luisa obiettava che c’era del lavoro da fare rispondeva “ Se poso, finise mi, altrimenti al finiron doman. Tra i due c’erano comunque confidenza e reciproca stima,

 Ines lavorava nello studio da circa un anno ed era stata assunta dal socio di Guido , l’avvocato Pazzini. L’avvocato Pazzini era entrato nello studio Venier perché il padre Alvise lo aveva fatto diventare suo socio due anni prima di morire improvvisamente per un ictus .L’avvocato Venier padre voleva dare ad  un avvocato trapiantato a Belluno dalla lontana Tuscia ( (l’avv. Pazzini era di Viterbo) l’opportunità di inserirsi nell’ambiente .Le referenze che l’avv.. Pazzini presento’ erano di prim’ordine, ma i problemi iniziarono quando iniziarono a rivelarsi alcune incompatibilità con Guido dal lato caratteriale e dal punto di vista dell’approccio lavorativo.

L’avv. Pazzini, pignolo fino alla pedanteria ed oltre,sviscerava anche le cause più semplici fino all’autopsia giuridica ,era più uomo da lavoro in studio che da aula del tribunale . La sua oratoria era infatti pedestre ed ampollosa . Con le persone era sempre professionale, anche troppo fino ad apparire a volte scostante. Guido l’opposto . Le sue arringhe in tribunale (sempre quando patrocinava persone che gli andavano a genio) erano incalzanti, precise, sostenute da una cultura ,non solo giuridica, vasta e supportate da quel tocco di teatralità che non guasta. Un attore che recitava da avvocato o un avvocato che recitava da attore?Con le persone sapeva trattare molto bene, ma in studio stava l’indispensabile (anche meno a volte, era più avvocato di movimento)

 Non era un principe (al massimo un conte) del foro, ma sapeva farsi valere.

L’avvocato Alvise, persona saggia ed equilibrata, sapeva mediare molto bene i conflitti tra due personalità così differenti. Il cuore del padre sosteneva il figlio, ma la testa dell’avvocato doveva badare al buon andamento di uno studio legale con una buona reputazione.

L’avvocato Pazzini gli chiese di assumere una seconda segretaria perché Luisa da sola non riusciva ad affrontare la mole di lavoro connessa al back office (l’avv. Pazzini faceva fotocopiare di tutto e di più , voleva la copia della copia). L’avv Alvise gli disse,”Va ben , penseghe ti “.

Ghe pensò e dopo l’escussione dei curricola ed i colloqui con dodici candidate, l’avv. Pazzini scelse ,dopo essersi arrovellato notte e di, Ines Battiston

E’ superfluo dire che Ines era ben diversa da Luisa sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto non era così avvenente .Aveva i fianchi larghi , i polpaccioni da camminatrice ,i capelli neri con qualche striscia bianca,gli occhi castani. Se il sorriso di Luisa incantava, Ines quando sorrideva assumeva una espressione imbambolata. L’andatura di Luisa era elegante e Ines camminava come una papera .

Fin qui, pazienza. Le persone vengono scelte per le capacità e non per l’aspetto fisico e va bene.  Ines era molto precisa nel suo lavoro ,quasi maniacale

Cio che aveva  impressionato l’avv. Pazzini era il suo atteggiamento di rispettoso servilismo e di servile rispetto nei suoi confronti. L’espressione “Comandi sior avvocato” con cui rispondeva quando le si chiedeva qualcosa era stata la carta vincente per l’assunzione. Quanto all’avvenenza , l’avvocato Pazzini non guardava a questo. Aveva sposato una donna   definita da Guido “Non un cesso, ma un bidet”.

Guido era ironico e sarcastico,a volte. Questo commento non lo faceva di fronte al collega , era abbastanza educato. Ma quando veniva annunciata da Luisa la presenza della moglie del collega , non perdeva occasione per dire “L’e’ arriva’ el bidet de Longaron! “alludendo, in modo per nulla velato, al paese di provenienza della moglie del collega. Luisa ridacchiava a questo commento e lo ammoniva “ Tasi che i te pol sentir. La replica puntuale era :”-L’avvocato Pazzini e Ines i è sordi come i campanoi,no te preocupar!

L’atteggiamento servile di Ines irritava Guido ,persona di mentalità più libera ed aperta (l’educazione paterna gli aveva insegnato il rispetto, non il servilismo. Sior Alvise era anche stato partigiano e diceva “Sior Paron “se dise  ne le Comedie de Goldoni. Mi no vogio eser paron ne de omi ne de femene,ostia!

Con Ines si comportava in modo più formale (usava il lei anziché il tu ) non solo perché lavorava nello studio da meno tempo, ma perché Ines era anche più suscettibile di Luisa. Guido era solito usare frasi sarcastiche nei confronti di persone che non gli andavano a genio e tra questi vi era Bortolo Toffolon, storico cliente dello studio, agrario arricchito, proprietario di appartamenti a Belluno ,Visome  e Ponte nelle Alpi ,che ogni due mesi aveva sempre qualche inquilino da sfrattare per far subentrare un altro inquilino aumentando l’affitto naturalmente. A Guido non piaceva prestare consulenze legali per sfratti, anzi preferiva difendere gli sfrattati. Queste problematiche, come il recupero dei creditidai debitori,le ingiunzioni di pagamento e le questioni riguardanti i fallimenti , le lasciava all’avv. Pazzini, meno sensibile di lui dal punto di vista sociale. Luisa quel giorno era assente causa corsa al pronto soccorso dell’Ospedale di Belluno per il suo vivace figliolo più grande (anni otto) che si era fratturato il braccio cadendo dalla bicicletta a Castion ,sfuggendo per l’ennesima volta alla sorveglianza di nonna Albina.

 -“Luisa, quel tosatel al me fa gner mata,  non sta  inrabiarte con   mi.” aveva detto al telefono la mamma di Luisa) . Traduzione: il tosatel l’ha combinà an guaio . Poi si sarebbe arrabbiata con la vecia, forse!

Comunque sia ,Toffolon si presentò in studio proprio quel giorno e Ines lo annunciò all’Avv. Venier. Per colmo di s- fortuna, l’avv. Pazzini era quella mattina in tribunale per una causa di lavoro (patrocinava il datore di lavoro,ovviamente) in cui era coinvolto un lavoratore extracomunitario licenziato per futili motivi. Era proprio messo, male povero Guido.!

Ines gli annunciò “Sior Avvocato, al me scuse, ma c’è in sala d’attesa il Sior Toffolon che l’vol conferir con lu.

Guido rispose” Sara’ ,ma mi no voi conferir con lu . No lo voi veder gnanca dipinto, figurarse de persona. Le dica per cortesia che sono occupato e di tornare mercoledì per parlare con l’avvocato Pazzini.

Ines rispose “Come la comanda Sior Avvocato, ma l’avvocato Pazzini l’avrebbe ricevuto subito “Sara, ma lu l’è lu , mi son mi e il Sior Toffolon lè an seca bale!

Ines usci dallo studio con espressione disgustata  e riferì al Sior Toffolon che usci’ brontolando .

Il giorno successivo Luisa ritornò al lavoro dopo che al vivace figliolo era stato ingessato il braccio destro. Guido si informò sulle condizioni del bambino  e confortò Luisa che,da mamma affettuosa , era ancora preoccupata “Luisa, Andrea l’e’ an tosat vivace, ma al stara’ ben tra quindese di. Se i boce i se fa mal i guariss anca in pressa” Luisa replico”.Vuol dire che al stara’ bon per quindese di poi staremo a vedere, Me mare,poareta, la se ciapa dei spaventi, ma star dietro ad Andrea non è facile.” Nel consolare Luisa, Guido non perse occasione per un paio di carezze,un abbraccio  e due bacetti,

A Luisa erano graditi in quella circostanza perché Guido era un si  birichino quando voleva, ma non era persona priva di sensibilità e di comprensione. Non aveva accennato ad alcun problema di lavoro ,non gli sembrava il momento

La buona Ines invece non aveva avuto nei confronti della sua collega la medesima sensibilità. Entrando nello studio dell’Avv. Venier e vedendo Luisa la saluto’ dicendo “- Finalmente sei tornata. C’è un po’ di lavoro arretrato che ho dovuto fare io al tuo posto-”. Nessun accenno al bambino, naturalmente . Per la cronaca Luisa era stata assente solo un giorno.!

Guido ,che era presente al colloquio, fu visibilmente irritato dall’atteggiamento di Ines nei confronti della collega e le disse “ Il lavoro non manca neanche per lei se è solo per questo ,cara signorina Ines (ines era come si dice single o zitella in modo meno elegante ma più veritiero(zitella è uno stato d’animo, non uno stato civile gli ripeteva spesso suo padre.) Si metta a disposizione dell’Avvocato Pazzini che provvederò ad aggiornare la signora Tormen , vada pure grazie”- Ines rispose “- Come comanda il sior Avvocato”-in modo alquanto stizzito. Guido (per Luisa) ovvero l’avvocato Venier (per Ines)

aveva volutamente usato un tono troppo professionale ,freddo e distaccato e ancor più volutamente aveva chiamato Ines signorina. Di solito usava il termine “signora “ per tutte le donne dai 20 anni in su e se dava della signorina ad una trentenne voleva significare che gli era un po’/abbastanza/molto antipatica. Nel caso di Ines abbastanza. Luisa aveva assistito al colloquio con il volto rivolto al muro perché stava ridacchiando senza farsi accorgere da Ines e dopo che Ines si fu allontanata prima di chiudere la porta disse a Guido in bellunese preceduto dal sorriso  “Te se tremendo” . Guido replico “L’e vera, ma quando e con chi voio mi. Con ti nol sarò mai. Te se’ troppo  simpatica e carina   e no ghe rive!” ( non si lasciò sfuggire l’occasione per un complimento) “- Luisa se arriva Toffolon, dighe de parlar con l’Avvocato Placido Pazzini per favore”-. Luisa chiese : L’avvocato lo sa? . Guido rispose: Glielo dico tra un minuto . Luisa scosse la sua criniera rosso tiziano e disse: “Tremendo, incorreggibile e dispettoso!”- -“Tutto vero-“ ,replico ancora Guido. Dopo otto anni di lavoro Luisa conosceva Guido molto bene e sapeva che poteva rinfacciargli i suoi difetti. Guido non se la prendeva perché ne era consapevole e perche’ dalle persone gradite accettava con serenità critiche e osservazioni. Non riusciva (o meglio,non voleva riuscire) ad essere equilibrato nel modo di comportarsi con le  persone  a seconda che gli fossero gradite o meno almeno a livello personale.

Il comportamento di Ines nei confronti di Luisa  non fece altro che indebolire la già scarsa considerazione che Guido aveva di Ines. Oltre ad   essere servile e troppo ossequiosa mostrava indifferenza nei confronti dei problemi di altre persone e metteva non solo i puntini, ma anche i punti e virgola sulle le “I”. Stabili che da allora in avanti avrebbe ulteriormente rimarcato coi sui atteggiamenti nei confronti di Ines la differente considerazione che aveva per le due donne (per Luisa non c’era da rimarcare nulla,  riusciva tutto facile.)

Ines e Luisa avevano le scrivanie nella stessa stanza disposte alle due pareti opposte rispetto alla porta d’ingresso,

Il giorno successivo Guido arrivo’ tardi in studio (seratina cultural-eno-gastronomica e ,,,)e saluto’ le due donne in modo volutamente differente, Fino al giorno prima salutava dicendo “Buongiorno gentili signore “ (cortesemente   formale e formalmente cortese! ) per  non far credere più del dovuto che avesse preferenze .Da quel giovedì (al di dei mati) saluto’ per prima Luisa dicendo “Ciao bela siora “ e Ines “ Buongiorno signorina-. Una lieve, sfumata ed impercettibile differenza!

Il modo differente di salutare venne notato da Ines che, con malcelata invidia , lo fece presente alla sua collega “Vedo. Luisa che l’avvocato Venier ti saluta in modo molto confidenziale mentre con me è più formale. Secondo te ho fatto o detto qualcosa per farlo irritare? Ho l’impressione di non esserli molto simpatica.

Luisa replico con arguta diplomazia e con diplomatica arguzia” –Prima  di dare confidenza Guido, pardon l’avvocato Venier, cerca di conoscere le persone con cui ha a che fare. Io lavoro qui da otto anni e tu da due. Anche con me all’inizio era formale e poi col tempo lo è diventato meno. Se fossi in te mi non mi preoccuperei.-“

Luisa aveva omesso alcuni particolari e non aveva specificato il lasso di tempo.. Guido era passato al tu dopo appena due  settimane chiedendole “licenza”  con queste parole “ Posso, cara signora con licenza e con rispetto, usare il tu nel rivolgermi a lei ? La me voia scusar,.ma me riese dificil usar il lei con una bela siora come ela!”- Il tosatat aveva chiesto il permesso usando il lei non perdendo ovviamente l’occasione per rivolgerle un complimento. Molto veneziano  (e tutto Guido) in ciò,

Il giorno successivo l’avv.Guido Venier doveva presentarsi in Tribunale per una causa di risarcimento a seguito di incidente stradale in cui l’assicurazione dell’investitore tirava per le lunghe offrendo una somma inadeguata all’investito (Guido difendeva l’investito,un anziano pensionato di Cirvoi, frazione di Belluno )  e doveva per forza rimanere in studio per leggere gli atti processuali e preparare l’arringa difensiva .Anche l’avvocato Pazzini era in studio perché voleva approfondire ,dopo il colloquio con Toffolon , alcune questioni sulla stesura di un contratto di vendita di un’ appartamento il cui inquilino era stato a suo tempo sfrattato. Due avvocati impegnati, due segretarie impegnate. Guido si rivolgeva (ovviamente) a Luisa e l’avv. Placido Pazzini a Ines.

In quella giornata la scelta era diplomaticamente opportuna.

Quando Guido si immergeva seriamente nel lavoro, era un vero caterpillar. Non c’era orario, saltava i pasti e si concedeva alcune pause solo per l’indispensabile caffe’. A metà mattina Luisa propose una ristoratrice pausa caffè per tutti. Guido e l’avvocato Pazzini accondiscesero con piacere (Luisa era gentile anche col collega di studio, perché non sapeva negare un sorriso a nessuno ed anche perché l’avv. Placido, pur se meno sensibile al fascino muliebre ,no era de legno gnanca lu . Ines invece rispose a Luisa in modo seccato dicendo -“No grasie, mi g’o de laorar”-

I tre bevvero il caffe’ preparato da Luisa e l’avv. Pazzini notò che Ines non era venuta nella cucinetta a berlo. “Che strano,- disse-,è la prima volta che la signora Ines non beve il caffè come mai.?-” Guido ,rispose, “-Pol darse che l’abbia an cin de mal de stomego ,poareta” .Guido si rendeva conto che era un’assenza diplomatica e non dovuta ad un reale malessere ,altrimenti non avrebbe fatto dell’ironia sulla circostanza.

Luisa aveva colto il sarcasmo nella risposta di Guido e si allontano’ dalla cucina per andare in bagno  Le lacrime della risata trattenuta le stava facendo sciogliere il rimmel .

Quel giorno Guido si dimenticò di andare a pranzo dall’anziana madre che gli telefono’ dicendogli “ Te setù desmentegà de mi par colpa de na tosa o de na siora?  Cossa atu ne la testa? Maridete che l’è ora ! Guido si scusò con mamma Adelina dicendo “ Mare, scuseme, ma g’ho de laorar par an pore vecio de Cirvoi e me son desmentegà. Stasera gnegne a cena, giuro. La madre che conosceva il figlio , gli perdonò l’ennesimo bidone (per farsi Guido perdonare usava il desueto “Vu” che comunque colpiva favorevolmente gli anziani che ai genitori ,in gioventù,si rivolgevano così in  segno di rispetto – ) ,  e gli disse, “-Va ben, te speto. No sta far tardi.”- Guido promise ciò perchè due serate “brave” di fila erano troppo e poi le sere prima delle discussioni delle cause in tribunale “al fea al bravo”, come gli raccomandava sempre mamma Adelina.

Il venerdì sia l’avv. Venier, sia l’avv. Pazzini erano impegnati in udienze in tribunale e passarono allo studio legale per ritirare i rispettivi incartamenti. Con sorpresa di entrambi ,in studio era presente solo Luisa.

Luisa salutò entrambi con la consueta gentilezza e l’avvocato Pazzini le chiese il motivo dell’assenza di Ines (anche Guido la notò , ma fece finta di niente il gentiluomo). Luisa rispose “Ines ha telefonato in studio stamattina alle otto dicendo che non si sentiva bene perché aveva mal di stomaco. “ Sentendo la risposta l’avv. Pazzini si rivolse a Guido con sorpresa ammirazione “Ma sai anche fare il medico, per caso? Ignoravo questo tuo talento nascosto! Lo disse (forse) per piaggeria, ma Guido gli rispose –

“ Caro Placido, bastava guardarla in faccia : Ieri era smunta e pallida più del solito.  Anche il mio povero padre ogni tanto soffriva di gastrite e quando gli faceva male lo stomaco non beveva il caffè .

L’avvocato Pazzini rispose -“Sarà senz’altro come dici tu! Bè, adesso andiamo in tribunale, auguri per la causa. “-Grazie, altrettanto per te,Placido”- rispose Guido.-“.Ci vediamo in studio nel pomeriggio disse l’avvocato Pazzini. “Va bene , replico ‘Guido. 

I rapporti tra i due avvocati, almeno formalmente ,sembravano corretti.

Luisa intanto salutò i due avvocati e Guido l’abbracciò e la bacio’ prima di uscire. L’avvocato Pazzini si era nel frattempo già incamminato verso il tribunale  Luisa disse “Guido, quando te la smeterà  de far al tosatat ? L’ha rason to mare,l’e’ ora de maridarse. . Per tutta risposta Guido replico: “-Con ti subito, ma per legge no se pol aver doi mariti!. E ’ te o basà perché quando te baso le cause le me va ben! Luisa di rimando -“No te perde ocasion vero?

Guido ancora “Te se no schianto con la mini nera e la camiseta bianca! Luisa, ribatte’ sospingendolo con grazia fuori dallo studio “ Ma va’,va’ che te fa tardi. I giudici noi è comprensivi !

L’avvocato Pazzini camminando verso il tribunale si stava arrovellando sul perché e sul percome dell’assenza di Ines . L’avvocato Venier invece era rilassato e tranquillo.Il differente stato d’animo

Inutile dire che alla fine Guido riuscì a far valere le ragioni del suo patrocinato, mentre l’avvocato Pazzini di dovette accettare il rinvio della discussione della causa per un vizio di forma.

Nel pomeriggio i due avvocati si ritrovarono presso lo studio e si scambiarono le impressioni sull’esito della giornata. Il loro stato d’animo era ,ovviamente differente.

Guido decise che avrebbe chiuso la giornata alle sedici e che avrebbe organizzato un bel week- end con una morettina di Montebelluna (TV) ,mentre l’avvocato Pazzini rimase fino a sera nello studio ad analizzare i motivi del parziale insuccesso. Nell’uscire Guido salutò il suo collega consigliandoli di analizzare l’evento al lunedì e gli augurò un buon wek end (un –non – voluto tocco di lieve perfidia: Naturalmente formulò lo stesso augurio anche a Luisa dicendole “Divertete e fa divertir anca Toni “ Luisa ,se pur sorridendo, gli disse -“Ma va in mona Guido, va -“ E lui per tutta risposta “Se ghe rivo, ghe vado”. Giocava sempre sul duplice significato della parola (vai a quel paese/organo genitale femminile ) ,ma Luisa non faceva più caso anche alle sue intemperanze verbali.

Il lunedi ; dopo il fine settimana, si ritrovarono ancora tutti nello studio.

Luisa presente, Ines la rediviva presente , i due avvocati presenti.

Gudio salutò le due donne dicendo “Buondi’ bela siora (a Luisa ) “Buon giorno signorina Ines. Al g’he pasa al mal de stomego, la sta meio incoi?. La domanda non era stata formulata con secondi fini, (Guido era ironico / sarcastico, a volte sboccato ed irriverente, ma non ironizzava mai su chi stava male e poi Ines si assentava solo per motivi seri ) Ines invece interpretò la domanda di Guido come una presa in giro e lo fece presente con tono della voce sgraziato e quasi sgarbato. Mi prende in giro Signor Avvocato? Comunque sto meglio,grazie. Io non faccio stravizi al fine settimana! Guido si trattenne da una risposta al peperoncino con fatica e replico “Son contento per lei ,signorina “ e si ritirò nello studio . Non voleva far capire di essere seccato ed irritato, ma nell’entrare nello studio sbattè la porta facendo sentire qualche parolina non proprio da educando.

Ines sobbalzò sentendo sbattere la porta e facendo la (finta) tonta chiese a Luisa “Come mai si è arrabbiato l’avvocato Venier ? Gli ho detto qualcosa che non va? Luisa rispose “ Penso di proprio di si ,ti ha chiesto come stai e gli hai risposto un malo modo. Non voleva prenderti in giro, se è per questo!

Ines disse alla collega “Certo,con te fa sempre il gentile perché agli uomini ,anche agli avvocati ghe piase le femene   con  un bel culo , che mostrano le tette e che fanno i sorrisini!

Luisa replico “ Sei proprio acida, non voglio risponderti male come meriteresti! Comunque penso che non abbiamo il diritto come persone di entrare in merito sulla sua vita privata. In fondo non è sposato, è maggiorenne e può trascorrere le ore del suo tempo libero come gli pare. Ines a questo punto passo’ la linea di confine del buon gusto dicendo “ Certo che dici così perché mi sembra che tu lo aiuti a trascorrere qualche ora lieta. Lo ho capito sai , bela siora “. Lo disse calcando la voce sulle parole “bela siora “.

Luisa era buona d’animo ed era spiritosa, ma a questa poco velata allusione sbotto “ Brutta striga malefica tasi e no sta dir monade! Te piasarie che i omi i te stese drio, ma te sé pì rancida del butiro andat a mal.”

Da quel lunedì Ines non parlò più con Luisa. Il giorno successivo Luisa saluto’ tutti in modo gentile come al solito, ma Ines al saluto le girò le spalle. .I due avvocati le chiesero cosa fosse successo e Luisa rispose “ieri abbiamo avuto una discussione, roba de femene la ghe pasara’  Per quel giorno la cosa fini’li.

 L’avvocato Pazzini notò con preoccupazione la cosa ed esternò i suoi dubbi a Guido che con estrema franchezza rispose: “Si, le saluto in modo differente, ma non mi sembra di esser stato maleducato con Ines. Non nego che mi ha molto irritato il giorno in cui Luisa è rientrata al lavoro dopo che il figlio si era fatto male . Non mi è piaciuto il fatto che non abbia o pronunciato alcuna parola di conforto né che si sia informata sulle condizioni di salute del bambino. Tu che sei padre puoi capirlo meglio di me.! Se tuo figlio stesse male, avresti piacere che chi ti conosce e chi lavora con te si interessasse sul suo stato di salute non è vero Placido? Placido rispose “Eh si, mi sembra elementare educazione. Tu sarai un po’ donnaiolo perché te lo puoi permettere , ma non sei certo una persona indifferente ai problemi altrui .In effetti Ines è stata un po’ maleducata in questa circostanza. Se vuoi proverò a parlarle per valutare le dimensioni del problema. L’avvocato Pazzini ci provò .m a Ines no ghe passo’. Anzi cominciò a non salutare più nessuno al mattino (l’avv. Pazzini era un formalista e non gradiva per nulla tale atteggiamento. Anzi la richiamo’ all’ordine dicendo “ Anche in caso di diverbi, rispondere ai saluti è buona educazione, non lo dimentichi signorina Battiston!!

 Per tutta risposta ,dal giorno seguente Ines cominciò a seminare lo studio di pizzini . Li lasciava a Luisa per dire che si recava presso i vari uffici (Comune, Provincia,catasto, Agenzia delle entrate etc) per cercare documenti. Li lasciò poi anche ai due avvocati per ricordare appuntamenti ed impegni di lavoro.

Un il giovedì mattina (al di dei mati)l’Avvocato Pazzini trovo’sulla sua scrivania un pizzino dove c’era scritto “Da oggi mi licenzio. Voglia lo studio  provvedere a liquidare la mia buonuscita. Distinti saluti Ines Battiston.

Lo studio liquidò e apparve sulla pagina locale del “Gazzettino” Alpi” dedicata alla richieste di lavoro il seguente annuncio “Noto ed avviato studio legale di Belluno cerca segretaria,anche prima esperienza lavorativa.. Meglio se coniugata e di buon carattere!

Avv. Guido Venier, Avv. Placido Pazzini (seguivano indirizzo dello studio  telefono ed e-mail)